Palazzo Margherita un altro anno e mezzo per finire i lavori 

L’annuncio dell’assessore Fabrizi sulla sede comunale La torre civica verrà “staccata” dal resto dell’edificio

L’AQUILA. È uno dei cantieri più attesi. Un po’ per il suo valore simbolico, con la Torre civica che ha custodito a lungo la Bolla del Perdono di Papa Celestino V. Un po’ perché rappresenta, a tutti gli effetti, la casa degli aquilani. Palazzo Margherita, sede del Comune fino al 6 aprile 2009, sarà riconsegnato alla città a fine 2020, al più tardi nella primavera 2021. A dettare i tempi è l’assessore alla ricostruzione privata, Vittorio Fabrizi, che ha presentato, ieri, il convegno sulla ricostruzione in programma il 17 settembre, alle 11, a Palazzo Fibbioni. Con lui il direttore dell’Istituto per le tecnologie della ricostruzione del Cnr, Antonio Occhiuzzi. L’iniziativa, promossa dall’Ufficio speciale per la ricostruzione e dall’amministrazione, porterà in città una trentina di tecnici dell’Eota, l’Organizzazione europea per la valutazione tecnica nel settore dei prodotti da costruzione, con sede a Bruxelles, composta da 52 istituti europei attivi nel campo della valutazione dei prodotti innovativi.
«A una prima fase convegnistica», ha spiegato Fabrizi, «seguirà la visita in due cantieri, tra cui Palazzo Margherita. È stata individuata L’Aquila, in quanto il più grande cantiere d’Europa, dove sperimentare le migliori tecniche di ricostruzione e i più alti livelli dei materiali edili».
«Per gli esperti Eota», ha affermato Occhiuzzi, «la visita rappresenta un’importante opportunità per osservare l’applicazione di prodotti innovativi e il contributo pratico che gli stessi apportano agli edifici in termini di sicurezza». Tecniche e materiali sperimentati anche nell’importante cantiere di Palazzo Margherita, i cui restauri sono iniziati a settembre 2017. Ad aggiudicarsi la gara da 11,7 milioni, vinta con un ribasso del 26%, è stato un raggruppamento temporaneo di imprese composto dall’aquilana Digimastri e dalle ditte campane Samoa e Sepe. L’intervento è stato finanziato, in parte, del Credito cooperativo italiano, che ha raccolto 6,5 milioni. «La scelta è caduta su Palazzo Margherita», ha sottolineato Fabrizi, «in quanto il lavoro di consolidamento e di ristrutturazione sta andando avanti speditamente sul corpo edilizio, mentre ancora non viene attaccata la torre, sulla quale si stanno facendo le ultime valutazioni. Nell’opera di ristrutturazione e di rafforzamento sono state applicate tecniche innovative, con prove specifiche che verranno illustrate ai tecnici dell’Eota». Fabrizi ha dichiarato che «si è più o meno a metà dei lavori; ci vorrà ancora un anno abbondante per chiudere il tutto. Pertanto, l’edificio dovrebbe tornare alla città tra fine 2020 e primavera 2021». Fabrizi ha annunciato anche «ulteriori accertamenti tecnici sul riempimento alla base della torre, che verrà giuntata e strutturalmente separata dal resto del palazzo. Sia la torre che l’edificio avevano subìto danni ingenti».
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