Palumbo: su Roio c’è un mio progetto da 3 milioni di euro 

Il capogruppo Pd: è un piano che porto avanti da anni per il quale sono riuscito a reperire un grosso finanziamento

L’AQUILA. Ha scatenato diverse reazioni, anche sui social, il problema sollevato dal Centro sulla pineta di Roio, le antenne e lo stato di abbandono. Sull’argomento interviene il capogruppo Pd in consiglio comunale, Stefano Palumbo. Mentre un lettore, Domenico Tunno, sottolinea anche il problema dell’inquinamento ambientale, inviando due foto di com’era la pineta di Roio e com’è oggi, con le antenne.
«Sarebbe bellissimo poter ripristinare lo stato dei luoghi, riportando la lancetta del tempo indietro di qualche decennio, ma anche sulla scorta delle esperienze di altri territori questo proposito è difficilmente realizzabile, molto probabilmente destinato a rimanere un sogno», afferma Palumbo. «Esiste allora un solo modo per affrontare in maniera pragmatica e definitiva l'annoso problema della presenza selvaggia dei tralicci per la radio diffusione a Monteluco di Roio: è quello di portare avanti l’intervento di bonifica del sito e di razionalizzazione delle strutture esistenti, attraverso la costruzione di un traliccio unico, in grado di coniugare esigenze funzionali tecniche e aspetti architettonici necessari a favorire l'inserimento di una simile infrastruttura in un paesaggio dall'alto valore ambientale. È un progetto che porto avanti da anni», sottolinea Palumbo, «e per il quale sono riuscito, nel corso della precedente consiliatura, a reperire un finanziamento di 3 milioni di euro (inserito nella delibera Cipe 135 del 2012) e a commissionare all’Università dell’Aquila uno studio preliminare che certifica la fattibilità tecnica dell’idea, sottoposto con feedback molto positivi anche al ministero delle Comunicazioni. La selva di antenne cresciuta nel tempo, rappresenta oggi un vero e proprio detrattore ambientale, caratterizzato, in molti casi, da una totale deregulation in termini di licenze, dalla mancanza dei minimi requisiti imposti dalle norme per la sicurezza e da irrisori canoni versati da pochissime emittenti alle casse pubbliche, a fronte di un giro d’affari di molto superiore. L'intervento previsto, così come indicato anche nelle linee guida Agcom, consentirebbe di riqualificare l'intera zona attraverso il trasferimento di tutte le emittenti verso un’unica nuova stazione, riducendo così l'impatto ambientale sia sotto l'aspetto paesaggistico, sia per le emissioni elettromagnetiche. Al centro del progetto quindi la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente».
«La speranza», afferma Tunno, «è che non di solo inquinamento elettromagnetico si parli, ma anche di inquinamento ambientale. Le differenze nella foto sono palesi: come si può rinunciare a un polmone verde della città, a un progetto nato nei primi anni del novecento, a un futuro dell' Università?».
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