Perdonanza, pizza in faccia Nuovi intoppi per l’Unesco

Vince l’eccellenza napoletana. Il sindaco Cialente: non tutto è perduto Capezzali: «Purtroppo dobbiamo fare i conti con forti interessi economici»

L’AQUILA. Slitta ancora di un anno, per fare spazio alla pizza napoletana, la candidatura della Perdonanza celestiniana come bene immateriale dell’Umanità, già rinviata dal 2015 al 2016. Ieri mattina la notizia battuta dall’Ansa: l’Italia candida la pizza a patrimonio dell’umanità. Con buona pace per i sostenitori della Perdonanza, in primis il presidente del comitato promotore della candidatura della tradizione aquilana, Walter Capezzali, ma anche dell’ex assessore Lelio De Santis, che ha diffuso una nota per esprimere «amarezza e delusione». Tutto insomma sembrava perduto. Poi la “smentita” del sindaco, Massimo Cialente: «Il consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha deliberato, all’unanimità dei voti palesi, di trasmettere a Parigi anche la candidatura della Perdonanza Celestiniana, opportunamente rivisitata, differita nella valutazione nel comitato mondiale di quest’anno, con l’auspicio che possa essere presa in considerazione all’interno del numero prefissato dei siti a livello mondiale da valutare nell’anno 2017». Insomma, non tutto è perduto, stando almeno alle parole del presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, Giovanni Puglisi, messe nero su bianco in un comunicato diffuso ieri pomeriggio dal primo cittadino.

PUGLISI. «Il risultato dei lavori del Consiglio appare particolarmente importante», dichiara il presidente nel comunicato, «perché coglie un messaggio e un momento importante delle politiche identitarie italiane, le quali hanno registrato con il grande evento di Expo 2015 una significativa presenza del nostro Paese nel sistema culturale ed economico agroalimentare a livello mondiale. La candidatura dell’Arte dei pizzaioli napoletani coglie e corona questo momento importante della tradizione culturale italiana. L’auspicio, inoltre, che possa trovare accoglimento anche la candidatura della Perdonanza Celestiniana dà speranza a un’area culturale e geografica del nostro Paese come la città dell’Aquila meritevole di ogni incoraggiamento e sostegno». Un auspicio, dunque. Non una garanzia.

CAPEZZALI. «Avevamo chiesto che almeno si blindasse la candidatura del 2017 per il 2018», spiega il presidente del comitato. «Diciamo che era la carta di riserva che abbiamo giocato, dopo esserci resi conto della forza dell’avversario. Dietro la pizza ci sono state molte pressioni e molti interessi economici, inutile negarlo. Speriamo che il 2017 sia l’anno giusto e che non sia necessario aspettare ulteriormente. D’altra parte, non è la prima volta che facciamo un passo indietro a favore di tradizioni enogastronomiche».

Michela Corridore

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