Perseguitati per dieci anni Arrestato lo stalker seriale

Minacce di morte, pedinamenti e raid in casa dell’ex amico e della sua famiglia Il 34enne ai domiciliari. Il gip: «I tre erano costretti a vivere in uno stato di paura»

AVEZZANO. Finiscono gli amori e anche le amicizie. Non tutti se ne fanno una ragione. Ma la vicenda che ha come protagonista un 34enne di Avezzano supera ogni immaginazione in fatto di vessazioni. Il giovane si è reso protagonista di dieci anni di persecuzioni nei confronti dell’ex amico del cuore e dei suoi familiari. Vessazioni iniziate sui social network e proseguite con danni all’abitazione o alle auto. Fino alle minacce di morte.

C.E. andava fermato. Così gli agenti del commissariato di polizia di Avezzano hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti del 34enne. È accusato di una serie di atti persecutori nei confronti di un’intera famiglia residente ad Avezzano. L’uomo, tossicodipendente e sofferente di disturbi psichici, aveva un’ossessione per un ex amico. Quest’ultimo aveva troncato il loro rapporto proprio a causa dei problemi di tossicodipendenza del 34enne. A fare le spese di questa ossessione sono stati anche i genitori dell’amico. C.E. si è reso responsabile anche dei reati di violazione di domicilio e porto di oggetti atti ad offendere. Le incursioni nella casa erano avvenute con coltelli, bastoni e piede di porco. In un’occasione, il 34enne era arrivato a scardinare il cancello di recinzione e si era presentato davanti ai coniugi minacciandoli di morte. Più volte, in passato, il personale della squadra Volante del commissariato era intervenuto per fermare le molestie. Ma la condotta persecutoria di C.E., cominciata al telefono e sui social network e proseguita con appostamenti e aggressioni verbali e fisiche, è sfociata in un crescendo di atti violenti nel corso di dieci anni. Gli ultimi due sono stati un autentico inferno, tanto che nell’ordinanza il gip sottolinea che i comportamenti hanno «ingenerato nelle vittime un perdurante stato ansioso dovuto alla paura per la propria incolumità fisica».

L’uomo già era stato sottoposto ad altre misure cautelari in strutture sanitarie, ma ad ogni dimissione riprendeva le sue condotte criminose, rifiutando qualsiasi terapia medica. Adesso il gip Francesca Proietti ha applicato la misura degli arresti domiciliari. Se C.E. non si fermerà finirà in carcere.

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