Piloni arrugginiti, viaggio sotto l’A25

Il cemento si sbriciola, i ferri si spezzano: così è ridotto uno dei viadotti

COLLARMELE. Sopra asfalto appena steso e nuove barriere spartitraffico, auto e Tir che sfrecciano verso Pescara o Roma. Cento metri più in basso il calcestruzzo dei pilastri che si spezza come gesso e ferri consumati dalla ruggine. Così si presenta il viadotto “Cerchio” dell’A25, fra Cerchio e Collarmele. Un ponte di 413 metri e dieci piloni. Uno dei più malridotti dell’autostrada, come risulta dall’ultimo rapporto della società Strada dei Parchi. La corrosione sarebbe stata causata da acqua mista a sale che negli anni sarebbe caduta dalle carreggiate sovrastanti. Dopo le scosse di terremoto, un gruppo di lettori ha segnalato il problema al Centro: «Che cosa accadrebbe in caso di una nuova, violenta scossa?», è quanto si domandano.

I FERRI SI SPEZZANO. I danni sono evidenti, come dimostrano anche le foto scattate in più punti. Il Centro, dopo la segnalazione, è andato a verificare lo stato di degrado. Ruggine e ferri compaiono sui piloni e sotto le campate del viadotto, che attraversa le campagne fra Collarmele e Cerchio ed è raggiungibile dalla Tiburtina. Il quinto pilone, al centro del ponte e fra i più alti, è quello messo peggio, sgretolato in più punti, coi ferri spezzati che spuntano da ciò che resta del cemento. Ci avviciniamo ulteriormente. Il pilone centrale dimostra gli oltre 30 anni di vita. Il cemento si sfarina al minimo contatto, i ferri arrugginiti prima si piegano e poi si spezzano, quasi fossero grissini. In altri punti il pilone sembra gonfio, pare scoppiare sotto la pressione di staffe e tondini.

COLPA DEL SALE. Il deterioramento dei piloni del viadotto “Cerchio” dell’A25 sarebbe stato causato da anni di incuria. «Niente a che vedere con il terremoto che ha colpito l’Abruzzo», spiega la società Strada dei Parchi. Il prolungato utilizzo del sale per sciogliere il ghiaccio, in particolare nei mesi invernali, sarebbe la causa del danno. Sale misto ad acqua sarebbe scivolato lungo i piloni del ponte e ciò avrebbe comportato problemi al calcestruzzo e poi ai ferri di armatura.

IL RAPPORTO. Il viadotto “Cerchio”, stando a un preciso rapporto di Strada dei Parchi, che compie verifiche ogni tre mesi, è tra quelli messi peggio lungo la Torano-Pescara. Ma non è l’unico. Interventi di risanamento, infatti, sono previsti anche per i viadotti Villareia e Piè di Campo. Per il ponte autostradale nella Marsica sono già previsti interventi per una spesa complessiva di cinque milioni di euro.

L’ALLARME. E’ stato lanciato da un gruppo di automobilisti che quotidianamente percorre la Tiburtina Valeria. Dalla strada, che passa sotto il viadotto autostradale in due differenti punti, sono infatti ben visibili i piloni arrugginiti. «Che cosa accadrebbe se ci fosse un terremoto?», si chiedono. Domanda che abbiamo girato a un ingegnere. «La struttura è a rischio», risponde l’esperto, «perché era stata realizzata per resistere a determinati sforzi e invece adesso si è indebolita. Il ferro si scopre a causa di un processo di ossidazione e questo comporta l’ingrossamento del cemento, che tende a rompersi. Non accade niente se i piloni non vengono sollecitati. Ma in caso di sollecitazione sismica ci sarebbero grossi problemi di stabilità».

UN PO’ DI STORIA. Il 24 marzo 1973 alla Società autostrade romane e abruzzesi (Sara) venne affidata la concessione di costruzione ed esercizio delle autostrade A24 (Roma-Torano-L’Aquila-Teramo) e A25 (Torano-Avezzano-Pratola Peligna-Pescara). Nel 1977 la gestione passò all’Anas. Dal 2000 la gestione Autostrada dei Parchi spa ha portato avanti una gestione per conto Anas. Dal 2003, infine, è subentrata nella gestione la società Strada dei parchi-Toto spa dell’imprenditore Carlo Toto.