Piscina Verdeaqua ancora chiusa, famiglie in rivolta

L’AQUILA. I genitori degli atleti tesserati con la società 99sport L’Aquila (che fino al 10 ottobre scorso utilizzava l’impianto di Verdeaqua per l’attività agonistica) hanno scritto al sindaco...

L’AQUILA. I genitori degli atleti tesserati con la società 99sport L’Aquila (che fino al 10 ottobre scorso utilizzava l’impianto di Verdeaqua per l’attività agonistica) hanno scritto al sindaco Pierluigi Biondi per rinnovare l’appello alla riapertura della struttura di Santa Barbara.
«Le sconfortanti notizie relative all’immediato futuro dell’impianto di Santa Barbara», scrivono i genitori, «ci inducono a rivolgerci a lei come primo cittadino, per informarla delle difficoltà quotidiane che le decisioni prese dalla sua amministrazione, riguardo alle modalità di riapertura della struttura, arrecano alle nostre famiglie e ai nostri figli. Seppure compiaciuti dell’attenzione manifestata dall’amministrazione nei confronti della sicurezza dell’impianto, siamo preoccupati per il futuro delle attività natatorie nella nostra città, che da sempre soffre della carenza di strutture adeguate. Infatti, alla chiusura repentina non è seguito alcun piano alternativo e d’emergenza, sebbene da più parti richiesto, per ricollocare gli atleti, i lavoratori e l’intera utenza. Sentiamo, pertanto, di doverci impegnare affinché ai nostri ragazzi sia garantito il proseguimento dello sport che praticano da anni, sollecitando la ricerca di una soluzione condivisa tra le società di nuoto, il gestore dell’altro impianto (anch’esso di proprietà pubblica) e l’amministrazione, affinché tutti i giovani atleti aquilani impegnati nel nuoto siano trattati con pari diritti e dignità».
I genitori aggiungono che «l’impatto della cessazione delle attività a Santa Barbara sugli atleti e le loro famiglie è stato grave. Da un punto di vista pratico i ragazzi appartenenti alle categorie superiori, quelli di età superiore ai 12 anni, sono costretti al pendolarismo tra le piscine del comprensorio comunale, disponibili e ospitali ma troppo piccole per le esigenze del nuoto agonistico, e gli impianti di Avezzano, Sulmona, Popoli, essendo distanti o non adeguatamente collegati con i mezzi pubblici, non consentono ai nostri figli di organizzarsi e muoversi in maniera autonoma, con il risultato di dover essere sempre accompagnati. Gli spazi concessi alla piscina comunale sono quasi esclusivamente nella fascia oraria 20,30-22 e alla lunga stanno minando il benessere psicofisico dei nostri figli. Questo orario non è idoneo per l’allenamento agonistico ma soprattutto non consente ai ragazzi l’adeguato riposo serale e notturno necessario e propedeutico agli impegni scolastici. Insostenibile anche la situazione degli agonisti più giovani, appartenenti alla categoria “Esordienti”, tra 8 e 11 anni».
Il risultato di questa situazione, cui i genitori chiedono di porre al più presto rimedio, è che «tanti ragazzi stanno abbandonando il nuoto, o perché stanchi e sfiduciati, o perché le famiglie non sono in grado di sostenere i ritmi e i costi degli attuali allenamenti. È una sconfitta per la società di nuoto, per i genitori, ma soprattutto per la collettività e le istituzioni».