Pitzanti fuori pericolo: «Voglio tornare in bici» 

Parla il neo-professionista ricoverato in ospedale dopo essere stato investito a Ocre «È successo tutto in un attimo. Automobilisti e ciclisti, più attenzione sulle strade»

L’AQUILA. «È successo tutto in una frazione di secondo. Dopo l’urto ho perso i sensi e mi sono risvegliato in ambulanza». Orlando Pitzanti è in piedi, in ospedale, e sorride alla mamma Graziella. Ha il collarino e dall’esterno si nota solo una piccola ferita al labbro superiore. Eppure ha rischiato di morire e se può raccontare la sua esperienza lo deve al casco. «Noi professionisti lo portiamo sempre, in gara e in allenamento, ormai fa parte di noi».
Orlando è ciclista professionista dal febbraio di quest’anno, uno dei due “post-millennial”, nati nel 2000, ad aver superato l’asticella del professionismo dopo essersi messo in luce nelle categorie giovanili. «Io in bicicletta ci so andare, e pensavo che sulla bici sarei stato capace di affrontare qualunque problema», racconta. «E invece non è così, è successo tutto in un attimo. Che potesse accadermi una cosa simile (finire in ospedale ricoverato in prognosi riservata dopo essere stato travolto da una macchina, lo scorso 13 agosto, ndc), «non l’avevo mai messo in conto. Gli automobilisti devono stare più attenti, ma su strada a prestare attenzione dobbiamo essere anche noi ciclisti. Perché poi succede tutto davvero troppo in fretta».
Orlando sta aspettando l’ultimo esame, per sciogliere ogni dubbio e tornare a casa. «Quando ho avuto l'incidente e mi sono risvegliato pensavo a una cosa sola, la prossima gara, il Gp di Capodarco. Poi in ospedale mi hanno detto che ne avrei avuto per parecchi giorni, non meno di 20. A dire il vero», e qui il tono di voce si abbassa un po’, «spero di poter tornare sulla bici anche prima. Sono stato fortunato, adesso però non vedo l’ora di rimettere il numero di gara». Pitzanti era insieme alla sua squadra, la D’Amico Um Tools, a Rocca di Cambio. Un bel posto per allenarsi, tra Campo Felice, le salite, la piana delle Rocche per evitare il caldo di queste settimane. E poi non c’è molto traffico... e invece Orlando una macchina l’ha trovata, mentre scendeva verso L’Aquila, al bivio di San Felice d’Ocre. Il giovane ciclista ha parole gentili anche nei confronti della ragazza investitrice «che è rimasta sul posto a soccorrermi». Dopo la maturità, ha intenzione di iscriversi a Scienze motorie. «Certo, dovrò far convivere lo studio con l’esperienza agonistica», e manca da casa da un mese e mezzo. Ci vuole un po’ a convincere la mamma Graziella a farsi una foto insieme al figlio. È partita da Sestu di Cagliari il giorno stesso dell’incidente, arrivando all’Aquila a notte fonda. «Non sarei potuta stare un minuto di più senza vederlo...».
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