occupazione a rischio

Planet, una vertenza infinita

Dipendenti licenziati in blocco e con stipendi arretrati non pagati

L’AQUILA. Una storia infinita, quella dei 22 dipendenti dell’azienda aquilana Planet, che a dicembre dello scorso anno sono stati licenziati in blocco, dopo un anno di cassa integrazione straordinaria. Ora tirano avanti con gli 800 euro al mese della mobilità, che presto finirà, ma vantano stipendi arretrati fino a 35mila euro. E non possono neanche usufruire della liquidazione delle ferie non godute e del trattamento di fine rapporto. Questo, fino a quando il tribunale dell’Aquila non si pronuncerà sulla richiesta di ammissione al concordato preventivo, risalente a novembre 2013. Sono trascorsi due anni, tra richieste di integrazioni e vizi di forma, senza che venisse nominato un commissario o un curatore fallimentare. L’ultima documentazione è stata presentata lo scorso luglio.

«La nostra azienda, che si occupava dell’installazione di impianti elettrici e telefonici, soprattutto per la Telecom», spiega un gruppo di ex dipendenti, «è entrata in crisi nel 2012, e si sono accumulati debiti con i creditori e stipendi arretrati del personale. Nel 2013 c’è stata la richiesta, avanzata dall’azienda al tribunale, per l’ammissione al concordato preventivo. Dopo un anno è arrivato il licenziamento collettivo e la messa in mobilità. È passato un altro anno e il tribunale ancora non si pronuncia. Siamo in una situazione di stand-by: non essendo stato nominato un commissario o un curatore fallimentare, come invece accaduto in modo celere per altre realtà, ad esempio la Edimo, non possiamo ancora recuperare gli stipendi arretrati e il Tfr. E in alcuni casi si tratta di cifre considerevoli: si va da un minimo di 4000 euro fino a 35mila».

Romana Scopano

©RIPRODUZIONE RISERVATA