Quando il tram correva lungo corso Ovidio

Oggi con “il Centro” una immagine di piazza XX settembre negli anni Venti

SULMONA. Una foto e uno spaccato davvero di altri tempi, non solo perché le date lo impongono ma perché, a guardarla, questa vecchia foto di piazza XX settembre, proietta realmente in un’altra dimensione. Altri vesti, altre mode, altri mezzi di locomozione.

Siamo negli anni venti e in quel largo cittadino che oggi è il ritrovo delle chiacchierate dei Sulmonesi, manca ancora la grande statua bronzea di Ovidio, omaggio al più grande poeta peligno inaugurata nel 1925, nel corso di una grande cerimonia alla quale prese parte anche il re Vittorio Emanuele III. La pensosa effigie ovidiana è copia della statua, realizzata da Ettore Ferrari, eretta nel 1887 a Costanza (Romania) terra d’esilio e morte del poeta peligno.

Diversa anche la “foggia” del palazzo oggi sede del liceo classico, in passato invece sede del regio collegio dei Gesuiti. Sul lato nord della piazza si nota invece quello che è stato fino a qualche tempo fa il suo “angolo commerciale”.

Alzando di poco lo sguardo si nota invece ancora, tra le due porte-finestre, una nicchia che ospita una statua con la più classica delle icone dell’arte medievale e umanistica, San Giorgio nella sua lotta contro il drago. Sono elementi del palazzo del mercante veneziano, Giovanni dalle Palle, risalente al 1484.
 
L’ingresso principale della costruzione si affaccia attualmente su corso Ovidio ma, con tutta probabilità, in passato era proprio su piazza XX. Ma senza dubbio l’elemento di questa foto che davvero colpisce e stupisce chi vede oggi piazza XX settembre e corso Ovidio è quel tram che “taglia” il cuore della città.
 
«Era il 1908», spiega lo storico Antonio Pantaleo «quando nacque la tramvia Sulmonese. Lo scalo ferroviario aveva ormai acquisito grande importanza ed era necessario collegare la stazione al centro della città. Allora la società Unes che gestiva il servizio elettrico prese in appalto la costruzione della tramvia che inizialmente arrivava fino all’altezza di piazza del Carmine.

Dopo la guerra», continua Pantaleo, che proprio in queste settimane sta preparando proprio uno studio sulla tramvia che il prossimo anno avrebbe compiuto cento anni, «il percorso venne allungato fino alla villetta di viale Mazzini e, per consentirne il passaggio, si dovette anche rompere uno dei lati di porta Napoli».

La tramvia cessò di esistere dopo il bombardamento che, il 27 agosto 1943, distrusse la stazione ferroviaria e il deposito dei tram che, tra l’latro, aprirono in città anche l’epoca dei primi messaggi pubblicitari mobili.(a.c.)