Quando un intero paese cambiò religione

Villa San Sebastiano, la comunità evangelica metodista è la più numerosa in Abruzzo. Al suo attivo anche una coop agricola

TAGLIACOZZO. La comunità evangelica metodista di Villa San Sebastiano è la più numerosa delle tre esistenti in Abruzzo. Le altre due si trovano a Pescara e a Palombaro (Chieti).

La comunità di Villa nasce nel 1931 come protesta contro l’allontanamento, da parte del vescovo di Avezzano, Pio Marcello Bagnoli, del parroco Bernardino Mastroianni. Nominato parroco del paese, nel 1929 – dopo che per due anni la sede era rimasta vacante – Mastroianni, un redentorista originario di Sora, si conquistò subito la stima degli abitanti della popolosa frazione di Tagliacozzo.

Oltre a non chiedere soldi per le funzioni, il sacerdote fece costruire sul terreno appartenente alla chiesa delle casette per ospitare coloro che ancora vivevano nelle stalle, insieme agli animali, e adibì ad asilo un vecchio mulino, per accogliervi i ragazzi del posto. Iniziative che lo resero subito inviso a monsignor Bagnoli, tanto che nel luglio del 1930 lo rimosse dall’incarico. A nulla valsero le suppliche dei fedeli al presule di nominare titolare della parrocchia don Bernardino. Monsignor Bagnoli fu irremovibile.

Un gruppo di villesi, allora, capeggiato da Emilio Gargano, un ex emigrato negli Stati Uniti, si rivolse agli evangelisti. Gargano, in America, aveva aderito alla chiesa evangelica metodista, attratto dalle attenzioni che essa riservava ai diseredati e agli emarginati. Tornato a Villa San Sebastiano, aveva continuato a coltivare la propria fede, conquistando ad essa i parenti più stretti. Il primo gennaio 1931, sul prato adiacente a quello su cui oggi sorge il Tempio, il pastore Emanuele Sbaffi celebrò, davanti a oltre 800 persone, il primo culto evangelico. Sembrava che tutto il paese volesse convertirsi. In realtà i più nutrivano la speranza che il vescovo, temendo il dilagare del protestantesimo, richiamasse padre Bernardino. Ma la nomina definitiva del sacerdote Alfonso Tabacco quale parroco di Villa, segnò la fine di ogni speranza. Il vescovo, dal canto suo, pensava che sarebbe bastato l’intervento del prefetto, da lui sollecitato, di proibire ai pastori evangelici di accedere al paese, a far rientrare la protesta. Quando, però, seppe che i neo-evangelisti avevano acquistato un terreno su cui erigere una chiesa, cercò di contrastare in tutti i modi la comunità metodista. Non mancarono le pressioni sugli aderenti al movimento evangelico perché abbandonassero la nuova religione. I parroci ricevettero l’ordine di non rinnovare agli agricoltori evangelici il contratto di affitto dei terreni parrocchiali. Ma i neo-evangelici proseguirono per la loro strada senza tentennamenti, divenendo rapidamente la comunità metodista più consistente d’Abruzzo. Nel dopoguerra la situazione si normalizzò e gli evangelici poterono tranquillamente professare il loro credo, caratterizzato da una profonda spiritualità e da una marcata sensibilità verso i problemi etici, sociali e politici. Sorse una cooperativa agricola evangelica e vennero istituiti servizi di trasporto, mense e doposcuola. La comunità, inoltre, fu in prima fila nella lotta per i diritti civili, come il divorzio e l’aborto. Negli ultimi anni, per iniziativa del pastore Massimo Aquilante, che è stato anche presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, sono state promosse varie attività culturali, tra cui un corso di musica per bambini oltre i 5 anni, che partirà a breve. La chiesa evangelica, inoltre, in collaborazione con una cooperativa romana, è fortemente impegnata nel prestare assistenza a donne vittime di violenza.

Nella ricorrenza del 500esimo anniversario della Riforma protestante sono stati organizzati, per l’anno in corso, numerosi convegni. L’ultimo, sul futuro della Riforma, si terrà il 15 dicembre, con la partecipazione di Fulvio Ferrario, della facoltà valdese di teologia. I metodisti riconoscono due sacramenti: il battesimo e l’eucarestia. Una delle caratteristiche del metodismo è l’avere oltre ai pastori – uomini e donne – anche dei predicatori laici, che ricevono un’accurata preparazione teologica. In Italia il metodismo approdò nel 1861 con l’arrivo del pastore inglese Henry James Piggot e nel 1873 del pastore statunitense Leroy Vernon. Nel 1946 i due rami del metodismo, quello inglese e quello americano, si unirono, fondando la chiesa evangelica metodista d'Italia.

Il riconoscimento giuridico del metodismo avvenne, con decreto del presidente della Repubblica, il 20 marzo 1961.

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