Ragazzo non vedente, dietrofront sugli aiuti 

L’assessore Fasciani: cercheremo di coprire la spesa dei libri universitari in Braille per Pasquale

SULMONA. Si sta lavorando al Comune per trovare una soluzione per Pasquale Ritenuto, il 30enne sulmonese non vedente che rischia di dover rinunciare agli studi per l’impossibilità dell’ente di pagargli le spese di traduzione dei libri universitari.
Pasquale frequenta il secondo anno della facoltà di Lettere, indirizzo storico, all’Università dell’Aquila, tra difficoltà e sacrifici, legati non solo alla sua condizione di non vedente, ma anche ai problemi economici della sua famiglia. Il giovane, infatti, ha perso il papà da poco ed è rimasto con la mamma, che purtroppo da sola non può coprire le spese universitarie del figlio. Uno dei costi più corposi, di circa 800 euro all’anno, quello della traduzione dei testi in Braille, linguaggio universale per le persone che non hanno la vista, era stato garantito l’anno scorso dal Comune. Quest’anno, invece, Grazia Berardinangelo, sua mamma, si è sentita dire in Comune che non c’erano i fondi per poterlo farlo. Si è preso a cuore la loro situazione, però, l’assessore al Sociale Pierino Fasciani, che fa sapere di voler trovare una soluzione.
«Per me il diritto allo studio è da sempre fondamentale», interviene, «figuriamoci nel caso di un ragazzo con una disabilità sensoriale. Andrò a verificare con gli Uffici sociali cosa sia accaduto quest’anno per non riuscire a coprire la spesa della traduzione dei testi e proverò a trovare una soluzione. Ne parlerò anche con l’assessore al Bilancio Stefano Mariani, che spero possa riuscire a trovare il modo di inserire queste somme tra le spese del Comune. Si tratta di una cosa troppo importante, che impone di essere risolta».
Appresa la disponibilità del Comune, la mamma di Pasquale tira un sospiro di sollievo, restando però in attesa di comunicazioni ufficiali. «Mi auguro che chi di dovere si renda conto», commenta la signora, «perché quello che sta accadendo a mio figlio è assurdo. Lui ha fatto un primo anno brillante, prendendo bei voti, perciò sarebbe una cattiveria costringerlo a lasciare gli studi per cause indipendenti da lui». Nel frattempo, Pasquale che dopo aver frequentato il liceo Vico si è iscritto all’Università, posta foto dei simboli in Braille su Facebook quasi a voler insegnare agli altri il suo modo di leggere. Un modo che sicuramente impone uno sforzo maggiore, ma che non gli ha impedito di prendere due 30 e un 27.
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