Recuperato il relitto dell’elicottero

Cinque ore di lavoro nella neve per sollevare il velivolo trasportato in un hangar dello scalo di Preturo per le indagini

L’AQUILA. Ci sono volute 5 ore di lavoro in mezzo alla neve, sul terreno spazzato da raffiche di vento, per recuperare il relitto dell’elicottero del 118 che si è schiantato il 24 gennaio scorso sul Monte Cefalone a Campo Felice. Ieri mattina, un team dell’Esercito a bordo di un Boeing CH 47, partito dalla base di Viterbo, ha recuperato i rottami del velivolo precipitato. Nell’incidente hanno perso la vita sei persone, tra personale del 118 e del soccorso alpino, il pilota e lo sciatore ferito che stavano trasportando in ospedale.

Il recupero è stato disposto dalla Procura, rendendo necessario il blocco parziale della viabilità sulla piana di Campo Felice. I piloti e tecnici di bordo del CH47, guidati da terra dai militari del soccorso alpino della Guardia di Finanza, hanno trasportato tramite un particolare sistema di imbracature il relitto fino a valle poggiandolo sulla statale provinciale 696, a quota 1400 metri. Qui il relitto è stato circondato da carabinieri, forestali e vigili del fuoco. Tutti protetti da una mascherina per evitare di respirare frammenti potenzialmente pericolosi del velivolo. Presente sul luogo del recupero Simonetta Ciccarelli, sostituto procuratore della Repubblica, per supervisionare i diversi momenti dell’attività.

«I nostri militari sono addestrati a questo tipo di recupero», ha spiegato il generale Rino De Vito, comandante militare regionale dell’Esercito per l’Abruzzo, «che purtroppo capitano spesso nel corso delle nostre missioni di pace all’estero».

Per recuperare il relitto è stato usato un Boeing CH47 Chinook, un elicottero in grado di sollevare fino a 10 tonnellate. «Abbiamo lavorato in condizioni di grande difficoltà», ha spiegato il colonnello Antonio Del Gaudio, comandante del primo reggimento Antares di Viterbo».

«Il birotore CH47 ha dovuto operare sotto forti raffiche di vento, su un terreno molto scosceso, e al momento di agganciare il relitto nessuno aveva la sicurezza che questo avrebbe retto allo strappo, viste le sue condizioni dopo l’urto contro la montagna». Il relitto è stato portato a valle dopo un volo effettuato con grande cautela a una velocità che non superava i 5 nodi, ed è poi stato caricato su un camion dei vigili del fuoco per essere trasportato in un hangar all’aeroporto di Preturo, dove resterà a disposizione degli inquirenti.

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