Restituzione tasse, rinvio allarmante 

Il decreto terremoto è fermo alla Camera, ma il tempo stringe e le aziende corrono il rischio di non ottenere la proroga

L’AQUILA. Nulla di fatto. Il decreto terremoto, che prevede al terzo punto lo slittamento dei termini al 23 settembre, delle tasse da restituire, è fermo alla Camera. Anche la seduta di ieri non ha sciolto il nodo, con la discussione che si è protratta fino a tarda sera e un rinvio a oggi, per l’approvazione, da parte del governo, del documento che consentirebbe alle imprese aquilane di mettersi al riparo dalla procedura di recupero, almeno fino a settembre. Un rinvio allarmante, che potrebbe slittare ulteriormente.
Ma il tempo stringe e si rischia di superare i termini utili per la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale: le prime lettere inviate alle aziende dal commissario, Maria Margherita Calabrò, che invitano a presentare tutti i documenti relativi ai benefici ottenuti, portano la data del 21 luglio. Se il decreto non verrà approvato prima, scatterà l’obbligo di fornire gli atti richiesti. Il governo, per bocca del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, ha dato piena assicurazione sulla volontà di procedere alla proroga, impegno che deve essere sancito con il passaggio in aula.
Sono 340 le aziende con il fiato sospeso: per alcune decine la restituzione riguarda importi che superano di gran lunga i 500 mila euro, con una punta dell’iceberg costituita da grandi imprese per le quali la posta in gioco oscilla tra 1 milione e 5 milioni di euro. Cifre che fanno tremare il tessuto socio-economico locale.
200 EMENDAMENTI. Sul decreto terremoto pesano circa 200 emendamenti che hanno reso complessa e lunga la discussione.
Diciotto portano la firma della deputata del Pd, Stefania Pezzopane che, nonostante la bocciatura in commissione ambiente, aveva annunciato l’intenzione di ripresentare in aula tutto il pacchetto delle modifiche, molte relative al sisma 2016/2017. Emendamenti ritenuti dal Movimento 5 Stelle sbagliati e non produttivi. Il governo, dal canto suo, non ha nascosto la volontà di blindare il decreto, così come uscito dal Senato.
L’OROLOGIO CORRE. Due, tre giorni al massimo. Questo il tempo a disposizione del governo per approvare la proroga dell’avvio delle procedure di recupero delle tasse sospese dopo il sisma, spostando il termine di presentazione della documentazione di due mesi, con un’ipotesi che vede slittare il tutto fino a fine anno.
Intanto, il tavolo tecnico guidato dal vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, si è premunito e ha inviato una nota a firma del legale Roberto Colagrande, alla Calabrò per metterla al corrente della volontà del governo di allungare i termini. «Le stiamo tentando tutte», dice Ezio Rainaldi, delegato alla ricostruzione Confindustria L’Aquila, «per avere il tempo di ragionare con l’Unione europea e ottenere dal governo l’innalzamento della soglia del de minimis da 200 a 500 mila euro. Ma è evidente che il tempo stringe e bisogna fare in fretta per portare a casa un risultato».
DE MINIMIS A 500 MILA. Proroghe a parte, il vero nodo riguarda la quantità di benefici che le aziende hanno ricevuto. Se la soglia resterà ferma a 200 mila euro, scatterà la restituzione al cento per cento delle tasse per buona parte delle aziende in elenco. Se verrà elevata a 500 mila euro, in virtù dell'applicazione del temporary framework, a dover pagare saranno in pochissime. Resta da stabilire se sarà possibile applicare la franchigia: su questo punto, il sottosegretario Giorgetti ha preso tempo «per valutare la fattibilità giuridica dell’operazione».
PRESSING UE. Accanto all’azione sul governo, portata avanti dal tavolo tecnico e demandata sul piano politico ai parlamentari abruzzesi, continua il pressing sull'Unione Europea per fare chiarezza sulla genesi dell’errore, che riguarda l’inesatta interpretazione dei benefici ricevuti dalle aziende aquilane come aiuti di Stato. Interpretazione, dice in sostanza l’Unione europea, che produrrebbe una violazione delle norme sulla libera concorrenza del mercato.
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