Riapre palazzo Camponeschi 

Nell’edificio restaurato saranno trasferiti il Rettorato e l’amministrazione dell’Ateneo

L’AQUILA. Il cortile interno, quello su cui si affacciava la biblioteca, sembra ancora avere il profumo dei libri impolverati e di quelli tanto sfogliati da essere ormai consumati. La maestosa scalinata d’ingresso ha un marmo così chiaro e pulito che riflette la luce: non ci sono più i segni delle scarpe delle migliaia di ragazzi che l’hanno salita col batticuore nei giorni degli esami, ma hai quasi l'impressione di sentire ancora il loro vociare. Anche il pavimento dei lunghi corridoi che conducevano alle aule e alle stanze dei docenti ha ormai colori nuovi e disegni definiti, al posto dei toni del grigio e del marrone che lo caratterizzavano prima di quella terribile notte. Una notte che nessuno dei tantissimi ragazzi che affollavano le facoltà di Lettere e Filosofia e Lingue avrebbe mai potuto neanche immaginare di dover vivere prima del 6 aprile 2009. A palazzo Camponeschi quella notte era una delle tante notti di un anno accademico qualunque, una di quelle in cui i docenti lasciavano i libri e le scartoffie negli armadietti poco stabili e stracolmi delle loro stanze e gli studenti qualche sigaretta spenta nell’aula Rossa, quella dal cui balconcino era possibile dominare piazza dei Gesuiti. Quella notte tutto era rimasto lì, ma nessuno avrebbe immaginato che ci sarebbe restato per anni: il terremoto ha causato gravi lesioni alle strutture portanti, tanto che l'accesso nella struttura è stato subito interdetto. Oggi, in occasione Street Science 2017, il portone di palazzo Camponeschi tornerà ad aprire i suoi battenti e a svelare una bellezza che allora era quasi impossibile vedere, scontata a causa dell’abitudine e slavata per via degli anni: gli stucchi su ognuna delle porte, gli archi delle volte, le colonne, le tinte del rosa e del crema alle pareti. Una bellezza ora senz’anima, senza quella che la riempiva quasi nove anni fa, ma che presto tornerà a vivere.
IL RETTORATO. Nel palazzo restaurato saranno trasferiti, infatti, il Rettorato e l'amministrazione centrale dell'Ateneo, appena sarà possibile avere tutti gli allacci delle utenze. La speranza era poter tornare in centro già dal prossimo mese, ma il rischio è che non si riesca a farlo prima di fine anno.
IL TAGLIO DEL NASTRO. L'inaugurazione del palazzo è prevista per le 10, è affidato alla rettrice, Paola Inverardi, e a Diego Bianchi che aprirà l’evento dei Pop-up.
LA STORIA. L’impianto del palazzo, storica sede del Collegio dei Gesuiti, è quattrocentesco, ma le attuali forme sono il frutto di rifacimenti successivi. La facciata, le cui decorazioni sono riferibili alla seconda metà del XVIII secolo, presenta due ordini di finestre con cornici e timpani di diversa forma. La parte adattata a campanile della chiesa è ciò che resta dell’antico palazzo Camponeschi, come testimonia la presenza di una finestra sul prospetto dell’attuale torre campanaria. Dentro, un ampio giardino fornisce luce al palazzo e su di esso si affacciano loggiati.
I LAVORI. Il terremoto aveva causato gravi lesioni alle strutture portanti su cui è stato necessario intervenire. La fine dei lavori era prevista per il 2016, ma una serie di difficoltà nell'affidamento delle opere ha ritardato il rientro dell'Ateneo nella storica sede. L’importo per il recupero di palazzo Camponeschi ammonta a poco più di 12 milioni; il tempo di esecuzione dei lavori era stato definito in 475 giorni. I lavori sono cominciati effettivamente a fine 2014 e poi si sono fermati, appunto, per problemi burocratici (un ricorso).
GLI STUDENTI. «È emozionante osservare e far parte dell'immensa macchina organizzativa che si è attivata in occasione di Univaq Street Science: un evento che parla di ricerca tra la gente, che dimostra la capacità di un’istituzione così importante di saper scendere in piazza; in questo senso la più bella notizia viene dalla location: Palazzo Camponeschi, simbolo di una rinascita più immateriale che materiale», dice Alessandro Maccarone, rappresentante degli studenti in Senato accademico, «la rinascita della vita come ricerca. E questa volta, in centro».
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