L'Aquila

Ricostruzione, progetti lumaca nelle frazioni

Il Comune attacca i tecnici: solo il 50% dei progetti pronti per il finanziamento viene presentato agli uffici

L’AQUILA. Soltanto il 50% dei progetti parte seconda (pronti per il finanziamento) richiesti dal Comune viene presentato agli uffici del settore Ricostruzione. E di questi, diventa cantiere in pratica appena la metà. Un meccanismo complesso e in equilibrio perfetto quello della ricostruzione, che coinvolge i progettisti, i proprietari, i presidenti dei consorzi, gli uffici comunali, il Governo e le imprese, nel quale basta un movimento sbagliato per fermare gli ingranaggi. E così, nella mega ricostruzione che vede a oggi spesi 4,9 miliardi di euro, da impiegare ancora 2,7 miliardi, di cui 900 milioni da stanziare soltanto per quest’anno, basta un tecnico che non integra i documenti richiesti dagli uffici che si crea un effetto domino e di accumulo dei progetti. Non è una banalità: basta fare un giro negli uffici per rendersi conto della situazione. Se poi a questo si aggiungono il Genio Civile nel caos, la carenza di personale, i litigi fra condòmini, i contenziosi fra ditte e «un candidato sindaco che vuole bloccare gli ingranaggi con un granello», la frittata è fatta. Che l’assessore alla Ricostruzione – rimasto in silenzio dopo giorni di attacchi e critiche sulle frazioni lumaca – aspettasse il momento buono per respingere le critiche era chiaro. Affiancato dal dirigente del settore Ricostruzione, Vittorio Fabrizi, Pietro Di Stefano ieri ha replicato a «chi fa campagna elettorale senza conoscere le norme e i dati» in una conferenza stampa, rafforzata da uno zaino di carte, delibere, disposizioni e dati.
FRAZIONI LUMACA. «Ci manca solo che qualcuno faccia saltare questo complesso meccanismo e facciamo tombola», ha detto riferendosi al candidato del centrodestra Pierluigi Biondi. Invece, per Di Stefano, «bisogna fare di tutto per risolvere i nodi». Tra cui quello delle frazioni. Per l’assessore è ora che «i vari portatori d’interesse locali si prendano le loro responsabilità individuali», ha detto riferendosi non soltanto ai tecnici. «Committenti e presidenti di consorzi sono chiamati a controllare l’operato dei progettisti a cui hanno affidato il lavoro, in quanto sono dei veri e propri “incaricati di pubblico esercizio” e quindi sottoposti al codice penale se fanno errori, vigilare è un loro dovere». Responsabilità che, invece, i “portatori d’interesse” non sempre si prendono e i progetti si consegnano incompleti o in ritardo. Tradotto in fatti: nelle 13 frazioni prioritarie i cantieri aperti sono poche decine, una lentezza inaccettabile se si considera che il Comune ha concesso delle anticipazioni sulle demolizioni e le cantierizzazioni (alle quali in sei mesi nessuno ha risposto). A Camarda, per esempio, su 13 progetti consegnati, soltanto 3 sono diventati cantieri. Eclatante il caso di Paganica, la frazione più popolosa, dove sono state presentate 141 schede parametriche e 75 sono i progetti richiesti. Di questi ne sono stati consegnati 36, ma soltanto 16 sono diventati cantieri. «E io che cosa posso fare se quei 75 progetti non diventano cantieri?», ha tuonato Di Stefano. Altro esempio è Onna: dei 13 progetti consegnati soltanto 9 sono diventati cantieri. «Eppure i soldi ci sono e le procedure sono ben oliate e precise, identiche tra frazioni e centro storico», ha ribadito, respingendo al mittente le critiche di chi sostiene che ci siano state regie diverse e ricostruendo gli atti emessi finora, a partire dal cronoprogramma 2013. «Cronoprogramma che stimava i costi della ricostruzione in 5,1 miliardi di euro, poi confermati dalla legge di Stabilità 2015», ha ricordato l’assessore.
CRATERE DI SERIE B. Il Parlamento ha dimenticato L’Aquila, di fatto mettendo in piedi per il nuovo cratere sismico un sistema più efficiente e forte di quello del 2009. «Alcuni Comuni aquilani fanno parte sia del 1° che del 2° cratere sismico, e vediamo che le normative sono diverse», ha concluso, «per cui ciò che è reato nel vecchio cratere è consentito in quello nuovo, mentre gli uffici del recente cratere sismico sono di gran lunga superiori in termini organizzativi, a fronte di danni minori».
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