Il tribunale: la Bcc di Cappelle sul tavo riavrà solo novemila euro  

Ridotto il debito di due ex commercianti con la banca

SULMONA. Avevano ottenuto un mutuo di oltre 90mila euro per pagare i debiti accumulati sul conto utilizzato negli anni per mandare avanti la loro attività commerciale. Ma secondo il giudice del...

SULMONA. Avevano ottenuto un mutuo di oltre 90mila euro per pagare i debiti accumulati sul conto utilizzato negli anni per mandare avanti la loro attività commerciale. Ma secondo il giudice del tribunale di Pescara gli interessi e le spese applicati dalla banca ai due, attualmente in pensione, non erano dovuti. Così, l’ammontare del debito si è ridotto da 90mila euro a soli 9 mila. È destinata a far discutere la sentenza emessa nei giorni scorsi dal Tribunale civile di Pescara nei confronti della Bcc di Cappelle sul Tavo. Una coppia di anziani durante la loro attività di commercianti avevano chiesto alla banca in questione più elasticità sul conto per svolgere tranquillamente la loro attività. Ma nel corso degli anni la banca ha addebitato ai commercianti, andati nel frattempo in pensione, interessi e competenze per un totale di 90mila euro. Una cifra ritenuta spropositata dai due pensionati che, dopo aver accettato il piano di rientro proposto dalla banca attraverso un altro mutuo, si sono rivolti a un esperto in materia bancaria e finanziaria per cercare di capire se nel comportamento dell’istituto di credito potevano essere ravvisate delle illegalità. Secondo l’esperto di Sulmona Vincenza Mazza, c’erano delle irregolarità. E da quel momento, era il 2015, è iniziata una battaglia giudiziaria per arrivare all’annullamento del mutuo. Con Mazza ha seguito la battaglia legale l’avvocato Francesco Cantelmi del Foro di Sulmona. A giudicare la vicenda finanziaria è stato il Tribunale di Pescara competente per territorio e dopo numerose udienze e l’intervento di un consulente tecnico, che ha ricalcolato il rapporto tra la banca e i clienti, si è arrivati alla sentenza del giudice Federico Ria che ha dato ragione ai due pensionati.
«Il giudice, con una sentenza pubblicata qualche giorno fa, ha riconosciuto il diritto del cliente di vedersi ridurre il “presunto” debito di oltre il 90% riconoscendo alla banca un residuo a proprio favore di soli 9mila euro a fronte dei 90mila inizialmente richiesti», afferma Vincenzo Mazza. «Questa è l’ennesima sentenza che dimostra il comportamento, non sempre legittimo, delle banche nei confronti dei propri clienti. Sono soddisfatto in particolare per i due pensionati che altrimenti avrebbero avuto seri problemi per pagare un debito che il giudice ha confermato non dovuto». (c.l.)
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