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Rispunta la malaria: in meno di un anno cinque casi all’Aquila

Il dato è stato reso noto dall’Asl, ma non c’è allarme. In laboratorio “intercettata” anche la leishmania

L’AQUILA. Era scomparsa da decenni dai “radar” dell’Occidente e invece la malaria all’Aquila (come in altre località d’Italia), nel giro di poco meno di un anno, si è rifatta viva con 5 casi. Il ritorno del parassita, dovuto a massicci spostamenti di popolazioni da un continente all’altro, rende necessario alzare di molto l’asticella della qualità delle diagnosi di laboratorio. Per individuare queste parassitosi riemergenti, tipiche perlopiù dell’Africa, a cui si aggiungono anche casi di malattie veicolate da alcuni animali, occorre una preparazione specifica da parte di chi opera in laboratorio. È infatti fondamentale, per adottare in tempi rapidi le giuste terapie a tutela della salute del malato, “scovare” al microscopio il parassita con assoluta certezza e celerità.

Il laboratorio analisi dell’ospedale dell’Aquila, diretto da Simonetta Santini, ha precorso i tempi e avviato un progetto che reinveste sulla formazione professionale col fine di arricchire il bagaglio degli operatori di laboratorio, in maniera specifica, sulla diagnosi di questi parassiti di ritorno. Al tecnico chiamato a riconoscere patologie come la malaria e la leishmania non bastano più, ai fini di una diagnosi veloce e puntuale, le conoscenze ordinarie accumulate negli anni, ma occorre un approfondimento a 360 gradi delle specifiche problematiche microbiche. Ragioni che sono alla base dei corsi di studio, iniziati nei giorni scorsi, che vanno ben al di là delle semplici nozioni teoriche e che prevedono un esame finale al microscopio.

Il 23 aprile scorso all’ospedale dell’Aquila, nella sala “Dal Brollo”, si è tenuta la prima di queste sedute didattico-pratiche, a cui hanno preso parte 30 tra medici e operatori, sia del laboratorio analisi sia dei reparti di malattie infettive e anatomia patologica del “San Salvatore”. Si è trattato del primo corso di “parassitologia intestinale ed ematica”, organizzato da Giulio Di Michele, responsabile scientifico, supportato nella parte organizzativa dai tecnici di laboratorio biomedico Anna Di Girolamo e Giovanni Scimia. La giornata di studio è stata impreziosita dalla presenza del professor Massimo Marangi, docente di parassitologia alla facoltà di Medicina dell’Università di Roma “La Sapienza”, grande conoscitore della materia. Il ciclo di formazione professionale sulle parassitosi riemergenti comprende altri due appuntamenti, il 15 e il 28 maggio prossimi, sempre nella sala convegni dell’ospedale aquilano.

Oltre alla malaria, i tecnici del laboratorio analisi dell’Aquila hanno “intercettato”, negli ultimi mesi, alcuni casi di leishmania, malattia causata da un parassita che si annida perlopiù nei cani che ne diventano veicolo di trasmissione e, sempre associato a questo parassita, un caso di linfoistiocitosi emofagocitica: in parole semplici una patologia delle cellule del sistema immunitario.

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