Rocca di Mezzo, lite sul computer sparito 

L’ex sindaco Nusca imputato di peculato d’uso dopo la denuncia del successore (ed ex anche lui) Di Ciccio

L’AQUILA. Il 14 maggio si terrà un’udienza del processo all’ex sindaco di Rocca di Mezzo, Emilio Nusca, accusato, con sospetti tutti da dimostrare, dell’ipotesi meno grave di peculato. A lui infatti, viene contestato di essersi appropriato di un computer Toshiba in dotazione all’ufficio del sindaco, quando ricopriva quell’incarico (2007-2012) e che, secondo l’accusa, fu restituito solo nell’agosto del 2017.
Il peculato d’uso contestato si ha quando il sospettato ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita.
La denuncia fu presentata due anni fa dal successore di Nusca, Mauro Di Ciccio, che ora non è più sindaco visto che le elezioni da lui vinte per pochi voti sono state annullate dal Consiglio di Stato su esposto di Nusca stesso. Nella denuncia, che fu presentata ai carabinieri della locale stazione, si precisa che Di Ciccio, dopo aver constatato la mancanza dello strumento informatico, venne a sapere che era nella disponibilità del suo precedessore. Dopo la denuncia, comunque, il computer è stato restituito.
Nella denuncia si chiedeva ai carabinieri di accertare se, per caso, il computer fosse stato usato per scopi non istituzionali, ma nulla di questo è contestato nello scarno capo di imputazione.
In occasione dell’udienza del 14 maggio saranno ascoltati, come testimoni, il maresciallo dei carabinieri in servizio alla stazione di Rocca di Mezzo, Leonardo Tedeschi, il suo collega Domenico Maceroni, la segretaria comunale Anna D’Isidoro e lo stesso ex sindaco Di Ciccio.
Nel corso del procedimento penale l’ex sindaco Nusca è assistito dall’avvocato Vincenzo Camerini.
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