«Salvare il call center» Melilla scrive al ministro

Interrogazione del parlamentare di Sinistra italiana sulla commessa dell’Inps «Servizio fondamentale svolto da 560 operatori, si rischia un dramma sociale»

L’AQUILA. Un’interrogazione a risposta scritta sui 560 lavoratori del contact center Inps dell’Aquila è stata presentata al ministro del Lavoro dal parlamentare abruzzese di Sinistra italiana Gianni Melilla.

«Sono 560 le persone (di cui il 25% disabili)», scrive Melilla, «che da circa 6 anni svolgono per l’Inps un servizio fondamentale. In una lettera al presidente dell’Inps criticano l’intenzione di emanare una gara “di fatto”, al massimo ribasso rispetto al solo costo del lavoro. Secondo i lavoratori aquilani, l’Inps sul bando avrebbe omesso alcune cose importanti: l’applicazione della recente clausola sociale che prevede la continuità del rapporto di lavoro in caso di subentro di nuova azienda, la sua applicabilità anche ai dipendenti delle imprese in subappalto, e il possibile utilizzo strumentale del trasferimento del personale in altre sedi. Inoltre», prosegue Melilla, «manca la previsione nel bando di gara del possesso di livelli minimi di professionalità degli operatori e della valorizzazione del personale disabile oltre la quota d’obbligo. È importante ricordare che il contact center dell’Inps è l’azienda che occupa il maggior numero di persone nel territorio del cratere del sisma. L’assenza di questi elementi rischia inevitabilmente di provocare all’Aquila non solo un problema occupazionale, ma un vero e proprio dramma sociale oltre a ridurre i livelli di efficacia e qualità di un servizio penalizzando fortemente i cittadini».

«Il nuovo appalto», aggiunge il parlamentare, «sarà aggiudicato in base all’offerta migliore, ma senza questi chiarimenti potrebbero esserci forti pericoli occupazionali. Per l’Inps i risparmi conseguenti a previsioni di costo del lavoro anche al di sotto dei minimi contrattuali costituirebbero solo apparentemente un risparmio per il bilancio dell’ente. L’azienda subentrante potrà usufruire di agevolazioni all’assunzione, derivanti da Fondi nazionali ed europei, fino al 50% del costo lordo del personale per 2 anni. Il costo totale a carico della collettività sarà quindi anche molto superiore ai 33.000 euro medi per ciascun lavoratore. La collettività quindi spenderebbe per ogni lavoratore “sostituito” almeno 33.000 euro. Sarebbe un enorme sperpero di risorse pubbliche a fronte del mantenimento del medesimo numero di occupati precedenti con il rischio di finanziare “di fatto” con risorse pubbliche il profitto di imprese private. Si chiede di intervenire per verificare la situazione e scongiurare un grave rischio occupazionale».