San Cristoforo torna a proteggere i passanti

L’affresco del ’600 è venuto alla luce sul lato destro di Palazzo Cricchi, all’angolo di Via Leosini

L’AQUILA. Gesù bambino sulla sua spalla sorregge il globo terrestre, mentre lui guarda da una parte e dall’altra dell’incrocio tra via Leosini e il corso stretto, per garantire, come vuole la tradizione, la protezione ai viandanti. È il San Cristoforo, dai toni scuri e i tratti sereni, “rinato” in una edicola sul lato destro di palazzo Cricchi Ciuffini Volpe, in pieno centro storico. L’affresco seicentesco, prima del terremoto, non era leggibile a causa delle pessime condizioni di conservazione. Da qualche giorno, invece, è tornato ad attirare l’attenzione dei passanti, affidati almeno nelle leggende, al suo attento sguardo.

«San Cristoforo spesso veniva raffigurato negli angoli degli edifici, in modo da poter sorvegliare almeno due vie», spiega il restauratore della ditta Archeores affidataria dei lavori nel palazzo, Francesco Lanzetta. «Si tratta di un affresco seicentesco che prima del terremoto non era visibile per le cattive condizioni di conservazione, offuscato dalla polvere e rovinato dagli agenti atmosferici. Con questo intervento di pulitura e consolidamento della pellicola pittorica e dei tratti costitutivi dell’intonaco, abbiamo recuperato i colori originali dell’affresco, mentre con un intervento di ritocco gli abbiamo restituito dignità, permettendone una chiara lettura». Un pezzo di valore per tutta la città, almeno a giudicare da un primo studio. «Valeva la pena recuperarlo, è un affresco di buon livello» continua il restauratore. «Non conosciamo il nome dell’autore, ma possiamo dire quasi con certezza che apparteneva a una buona scuola pittorica del Seicento. Tutto il palazzo, d’altra parte, ha un impianto seicentesco».

I lavori all’esterno di palazzo Cricchi sono quasi terminati e presto gli operai entreranno all’interno dello storico edificio, tra i più belli della città. «Abbiamo recuperato la facciata, mantenendo gli intonaci originali» spiega ancora Lanzetta. Il lavoro segue l’intervento «di consolidamento e pulitura della superficie pittorica e a interventi di velatura con tinte a calce, per riequilibrare la tinteggiatura della facciata stessa. Oltre alla pulitura delle presenze in pietra e a stucco», prosegue, «abbiamo pensato al recupero dei colori originari, che avevano subito ampie perdite di pellicola pittorica. Con interventi di colori a calce abbiamo ripristinato le aree lacunose e abbiamo riequilibrato le zone dove il colore era ancora presente». I lavori sono stati eseguiti in collaborazione con la soprintendenza ai Beni Culturali, poiché l’edificio è vincolato. Il ripristino del palazzo costerà circa 6,5 milioni di euro. L’edificio, che ha un impianto antecedente al Settecento era originariamente caratterizzato da due corpi di fabbrica, in un secondo tempo fusi in uno solo. Una complessità strutturale che rende l’edifico di particolare pregio architettonico. «Anche all’interno del palazzo sono presenti diverse volte decorate, di grande rilievo artistico, che devono ancora essere restaurate» conclude Lanzetta. «Una volta completato il lavoro esterno, ci dedicheremo all’interno».

Michela Corridore

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