Scandalo balconi all'Aquila, il pm chiede una perizia

La consulenza di parte finalizzata a inchiodare gli indagati alle responsabilità

L’AQUILA. L’inchiesta sullo scandalo nella realizzazione di molti alloggi per Progetto case, avviata dopo il crollo di un balcone, ha preso una direzione ben precisa.

Non ci sarà, pertanto, un incidente probatorio con l’emissione immediata di una quarantina di avvisi di garanzia ma una perizia di parte. Lo ha stabilito la Procura che, pertanto, intende avvalersi di propri consulenti per inchiodare i sospettati e presentarsi, dunque, con dei dati obiettivi di natura tecnica. L’indagine della Forestale, dunque, sarà giocata sul filo delle perizie visto che, stando così le cose, anche le difese, in un secondo momenti, presenteranno le loro consulenze.

L’imperativo per il pm Roberta D’Avolio è di agire con la massima celerità considerando che se il reato di crollo colposo non è a rischio prescrizione, visto che i tempi decorrono da quando il fatto si è verificato, altrettanto non si può dire per le altre contestazioni visto che sono passati già cinque anni e il termine massimo per definire il procedimento in Cassazione è di sette anni e mezzo.

Tra i sospettati iscritti al registro degli indagati (ma senza avviso notificato) ci sono dirigenti dell’epoca della Protezione civile, rappresentanti legali delle ditte che fecero i lavori, i collaudatori, qualche funzionario comunale. Possibile che entro 2/3 settimane, ci sia qualche interrogatorio.

(g.g.)

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