Scontrone, «Mia figlia disabile esclusa dal concerto» 

Al concerto dei Cugini di campagna un turista denuncia un volontario: «Prima ha strattonato mia figlia, poi mi ha gettato a terra». L'altro replica: «Non ho maltrattato nessuno»

SCONTRONE. Un grave caso di intolleranza e maleducazione o un grosso equivoco? Saranno i carabinieri della stazione di Alfedena a chiarire come sono andati davvero i fatti dopo una denuncia presentata dai genitori di una 31enne disabile campana. Essi sostengono che la loro figlia sia stata cacciata in malo modo da posti riservati ai disabili durante una serata di beneficenza con i “Cugini di campagna” organizzata a Villa Scontrone dall'associazione Anffas di Castel di Sangro. E poi ci sarebbe stato anche qualche spintone di troppo.
«Abbiamo chiesto», scrive il padre nella denuncia, «di sederci provvisoriamente nei posti riservati e un tale, che faceva parte dell’organizzazione, ci ha dato il consenso. Poi si è avvicinata una signora che ci ha intimato di alzarci perché quelle sedie erano riservate a disabili. Io, pacatamente, ho spiegato che anche mia figlia è disabile. Ma dopo nemmeno cinque minuti è arrivato un signore, di corporatura robusta, il quale con modi violenti ha strattonato mia figlia prendendola per un braccio e facendola cadere. Successivamente mi è venuto incontro spingendomi e facendomi rovinare a terra. Ricordo che alcune persone hanno bloccato l’uomo che si stava allontanando».
Poi il padre della giovane ha chiamato i carabinieri e l’ambulanza della Croce azzurra. Padre e figlia si sono fatti successivamente refertare per delle lievi ferite al pronto soccorso dell’ospedale di Castel di Sangro.
Fin qui la versione della famiglia campana che preannuncia la costituzione di parte civile qualora dovesse esserci un processo. Ma l’uomo chiamato in causa, un 51enne del paese, che era lì nella veste di volontario (ma non per conto dell’Anffas) propone una versione dei fatti diametralmente opposta.
«Escludo», asserisce, «che ci sia stato alcun contatto fisico tra me, la ragazza e il padre. Tra l’altro non mi ero nemmeno reso conto che la giovane fosse una disabile, ma non ho trattato male nessuno. Se qualcuno è scivolato non è per colpa mia. Credo che alla base di tutto ci sia un clamoroso equivoco. Non mi sogno certo di maltrattare una disabile o suo padre. Preciso che lì potevano sedersi solo i disabili per assistere allo spettacolo e non anche i familiari». «Questa storia», conclude, «mi fa pensare a una macchinazione ma non ne capisco la ragione».
La responsabile dell’Anffas di Castel di Sangro, Elide Isabettini, è dispiaciuta per l’accaduto. «Non ero presente al momento del fatto», dice, «per cui so solo quello che si dice in giro. Comunque siano andate le cose esprimo solidarietà alla famiglia campana perché si è trattato di un’esperienza poco piacevole. Conosco bene i problemi che hanno le famiglie quando debbono affrontare i problemi di disabilità».
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