Scuole sicure, la carica dei mille In corteo anche docenti e genitori

Con la riapertura dell’edificio di Pettino saranno ricollocate soltanto 38 aule sulle 50 del Cotugno L’istituto sarà costretto a “spacchettarsi” dividendo gli spazi tra il Musicale e il Colecchi (Geometri)

L’AQUILA. Un lunghissimo corteo di studenti, docenti e genitori del Liceo Cotugno ha riempito ieri le strade tra Colle Sapone e l’auditorium del Parco del Castello. Un serpentone colorato, illuminato e riscaldato dai raggi del sole del primo pomeriggio, per dire «basta» a essere trattati come «pacchi postali» e chiedere una sistemazione dignitosa. Nei giorni scorsi, infatti, la Provincia ha annunciato la riapertura, a metà, della sede di Pettino, chiusa da un mese per permettere verifiche sulla struttura. Circostanza che ha costretto l’istituto alle lezioni pomeridiane.

«Come prima, peggio di prima», è stata ieri la risposta gridata a gran voce degli studenti durante il corteo. La decisione di riaprire la scuola di via da Vinci, infatti, risolve il problema delle lezioni pomeridiane, ma ne apre altri: innanzitutto quella della dislocazione dell’istituto che sarà costretto a “spacchettarsi” utilizzando anche alcune aule del Musicale e altre del Colecchi (Geometri). Dopo la ricognizione di ieri mattina, infatti, ci si è resi conto che nella sede di Pettino, di cui resteranno chiusi i corpi F e G, sarà possibile ricollocare in totale 38 aule su 50, utilizzando anche spazi che prima erano adibiti a presidenza, vicepresidenza, laboratori e sale professori. Le restanti 12 aule, invece, quelle dell’indirizzo Linguistico, saranno dislocate tra il Musp del Musicale e il Colecchi, sempre a Colle Sapone.

GLI STRISCIONI. È per questi motivi che in testa al corteo, transitato per via Acquasanta, viale Panella e viale Gran Sasso, c’era un nutrito gruppo di insegnanti e il loro striscione: «I docenti e il personale del Cotugno condividono le preoccupazioni e sostengono la protesta». Numerosi, poi, quelli degli studenti: «Non un giorno di più strappato al nostro futuro»; «Non paghiamo le conseguenze delle vostre inadempienze»; «La nostra vulnerabilità alla vostra responsabilità»; «Stanchi da morire».

Striscioni che hanno fatto il paio con cori contro la Provincia «sempre assente».

IL DOCUMENTO. Dopo la manifestazione i docenti del Cotugno hanno articolato una serie di richieste, in un documento.

PIÙ TEMPO. «Premesso che non ci sono dati nuovi rispetto a un mese fa; la relazione sulle ultime prove effettuate nell’edificio non è stata resa nota; non è stato aggiornato lo studio di vulnerabilità né sono stati aggiornati i dati sulla staticità dei corpi F e G, che la Provincia ha disposto il rientro nell’edificio di via da Vinci in maniera frettolosa», spiegano i docenti, «chiediamo di avere il tempo necessario per riorganizzare la logistica: dislocare le classi nelle aule individuate, fare i necessari adattamenti dell’orario delle classi e dei docenti, adattare eventualmente il piano di sicurezza e di evacuazione dell’edificio di via da Vinci».

E IL FUTURO? Quello che preoccupa gli insegnanti non è solo la difficoltà attuale, ma anche il futuro della scuola per il prossimo anno. «Prima del ritorno nella sede di via da Vinci, vorremmo che fosse mantenuto l’impegno dell’incontro pubblico con le istituzioni perché siano illustrati i dati sulla sicurezza dell’edificio e la relazione sulla base della quale si è stabilito il rientro, vorremmo conoscere le procedure che la Provincia intende mettere in atto anche per il futuro e, in particolare, che sia resa nota la relazione sulle ultime prove effettuate nell’edificio».

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