Sisma, il dossier Ue sull’Aquila: “Sprechi e infiltrazioni mafiose”

Il quotidiano La Repubblica in edicola, con un pezzo del collega Attilio Bolzoni, anticipa il dossier che giovedì sarà presentato al Parlamento europeo

Gli appartamenti sono costati fino al 158% in più rispetto ai prezzi di mercato. La criminalità è infiltrata negli appalti. I fondi europei sono spacciati per soldi italiani, come invece l'ex premier Silvio Berlusconi ha sempre sostenuto. E ancora: i lavori nel centro storico sono inesistenti e la qualità delle ristrutturazioni spesso scadente. L’Europa analizza il caso L’Aquila. E lo fa in maniera spietata. Nel quotidiano La Repubblica oggi in edicola, il collega Attilio Bolzoni anticipa il dossier sulla ricostruzione post terremoto in Abruzzo che sarà presentato giovedì prossimo al Parlamento Europeo. A scrivere il report è Soren Sondergaard, membro della Cont, la commissione di controllo del bilancio di Bruxelles. Negli ultimi tre anni, insieme al collaboratore Roberto Galtieri, ha analizzato le cifre fornite e "certificate" dalla Corte dei Conti europea e ha visionato e preso in esame tutto ciò che riguarda la ricostruzione riguarda. E il risultato è negativo

«Il materiale (usato per la ricostruzione, ndr) è generalmente scarso, impianti elettrici difettosi, intonaco infiammabile, alcuni edifici sono stati evacuati per ordine della magistratura perché “pericolosi ed insalubri” quello di Cansatessa è stato interamente evacuato (54 famiglie) e la persona responsabile dell'appalto pubblico è stata arrestata e altre 10 sono indagate». E oltre alla scarsa qualità delle opere c’è la propaganda: «Nelle case e nelle scuole non ci sono pannelli a indicare che sono state costruite con i fondi Ue - si legge nel dossier -ma al contrario ci sono pannelli che specificano 'edifici realizzati con donazioni da enti privati e amministrazioni locali'».

Il risultato è che «La situazione del centro storico rimane sostanzialmente invariata. In quattro anni solo un paio di edifici (uno pubblico ed uno privato) sono stati ricostruiti nella cosiddetta zona rossa".

Ma non è tutto. Uno dei rotagonisti della ricostruzione secondo Sondergaard è la criminalità: «Un numero di sub appaltatori non disponeva del certificato antimafia obbligatorio. Un latitante è stato scoperto nei cantieri della Edimo, che è una delle 15 imprese appaltatrici. Una parte dei fondi per i progetti CASE e MAP sono stati pagati a società con legami diretti o indiretti con la criminalità organizzata ma le competenti autorità italiane non hanno ancora resi pubblici questi dati».

Il risultato di tutti questi elementi sembra essere un lievitamento dei costi. Solo il calcestruzzo è costato 4 milioni più di quanto preventivato. Ben 21 invece i milioni spesi in più per i pilastri dei palazzi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA