Soccorsi in montagna «Ora gli interventi siano a pagamento»

Un maestro di sci: «È l’unico modo per limitare gli incidenti L’uso di un solo elicottero con medici costa 200 euro»

L’AQUILA. In relazione ai soccorsi in montagna si registra un intervento di Paolo De Luca, maestro di sci di Pietracamela (Teramo) e accompagnatore di media montagna. La sua tesi è di far pagare i soccorsi a chi ne beneficia.

«Purtroppo», dice, «si parla sempre più spesso di incidenti in montagna. È un fenomeno in crescita perché è aumentato il numero di coloro che desiderano praticare escursioni e arrampicate sia in inverno che in estate, affascinati dalle alte quote e dai paesaggi spettacolari. Nella maggior parte dei casi gli incidenti sono da ricondurre a superficialità e scarsa preparazione: molte tragedie si potrebbero evitare se gli escursionisti facessero più attenzione alle indispensabili norme di sicurezza; l’esperienza, invece, ha dimostrato che spesso la difficoltà deriva da una sopravalutazione delle proprie capacità e da una scarsa valutazione del percorso che si vuole intraprendere e dei relativi rischi. E spiace che gli infortuni riguardino sia i frequentatori più preparati, sia i gitanti della domenica. In entrambi la possibilità di contare sul soccorso gratuito ha finito per indurre un certo irresponsabile innalzamento dei margini della sfida: tanto, nel peggiore dei casi, li tirano comunque fuori!».

«Quali sono», si chiede, «le precauzioni da adottare per evitare incidenti in montagna?

Preliminare a qualsiasi attività in montagna, è la consultazione dei bollettini meteo, tenendo tra l’altro presente che in montagna le condizioni del tempo possono cambiare in pochi minuti, come ad esempio accade sulla catena montuosa del Gran Sasso d’Italia data la sua particolare vicinanza ai due mari. Risulta fondamentale scegliere l’itinerario in base alla propria preparazione fisica e tecnica. Abbigliamento ed equipaggiamento devono essere adeguati alla difficoltà e alla durata dell’escursione». «Consigli a parte», aggiunge, «da più fronti si invoca una legge in grado di arginare l’impennata di incidenti in montagna. Gli addetti non indicano la soluzione preferendo continuare a finanziare i soccorsi. Penso che bisognerebbe far pagare per intero al cittadino», conclude, «le operazioni di salvataggio perché la comunità non deve più farsi carico delle leggerezze degli irresponsabili. Infatti, le operazioni di soccorso alpino, oltre a impegnare mezzi e decine di uomini, mettendone a rischio la vita, in Italia sono un costo imputato per intero alla collettività perché gestito dal servizio sanitario nazionale. La persona soccorsa, quindi, non paga nulla. Per riflettere, basti pensare che un minuto di volo di un elicottero medicalizzato può arrivare a costare 200 euro; cifre inferiori, ma di tutto rispetto, per le operazioni di soccorso con elicottero non medicalizzato o a piedi. In questo modo si cerca di responsabilizzare coloro che decidono di avventurarsi in montagna senza una preliminare valutazione del percorso e delle proprie capacità. Solo così gli incidenti potranno diminuire e tante vite saranno risparmiate».

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