Statale 17, troppi incroci e una lunga scia di sangue 

Mazzi di fiori a ogni crocevia per ricordare i morti nei tanti incidenti Rotatorie insufficienti, traffico impazzito all’ingresso dei centri commerciali 

L’AQUILA. Poco più di tre chilometri e mezzo infarciti di incroci a raso, segni di incidenti e mazzi di fiori in ricordo delle vittime. Quel tratto di Statale 17 tra la rotatoria di Paganica e il bivio di San Gregorio può essere definito senza tema di smentita un vero e proprio percorso di dolore.
LA PRIMA ROTATORIA. Passata la rotatoria del bivio di Paganica, costruita dopo il sisma del 2009, il primo incrocio a sinistra che si trova porta ad una rivendita di automobili, alcuni supermercati e una serie di attività commerciali. Quando nel nucleo industriale di Bazzano c'era il tribunale, in molti usavano gli accessi dei supermercati come scorciatoia per evitare di fare un giro più lungo. Sarà per la posizione, con le auto che accelerano in uscita dalla rotonda, l'asfalto a questa prima serie di incroci è costellato di segni dei rilievi dopo tamponamenti. Quasi sempre non gravi, considerando le velocità ridotte. Ma purtroppo anche qui, cinque o sei anni fa, ci è scappato il morto. Un giovane volato con la sua auto nella scarpata.
LO SNODO DI PAGANICA. Poco più avanti c'è la stazione di Paganica, con di fronte gli accessi di un gran numero di centri commerciali venuti su dopo il sisma. Alla stazione di Paganica l'assetto viario è stato rivisto proprio dopo il terremoto del 2009, che rese inagibile l'edificio della stazione, oggi riparato. Un piccolo parcheggio, lo spazio per l'autobus. Chi deve andare a piedi si trova ad affrontare una sorta di roulette russa da cui a volte non ne esce vincitore. Come è capitato al giovane che lavorava al canile, falciato sulla via per Paganica, o al ciclista travolto lungo la strada per Monticchio.
L’INCROCIO DI MONTICCHIO. L'incrocio verso il nucleo industriale di Monticchio è trafficatissimo, in corrispondenza di ingressi di frequentate attività, uscire da quell'incrocio è un terno al lotto tanto che gli incidenti sono davvero all'ordine del giorno.
QUELLO DI BAZZANO. Più avanti c'è un grande incrocio, quello che porta al nucleo industriale di Bazzano. Disegnato per permettere l'accesso ai grandi camion diretti alla zona industriale, in pratica è già pronto per essere trasformato in rotatoria. In quel punto, i bar e le fabbriche non hanno accessi diretti sulla Statale.
SOTTOPASSO DI ONNA. Accessi diretti che invece ricompaiono più avanti, quando si va verso il bivio di Onna. Qui i mazzi di fiori e un piccolo cippo ricordano il tributo di sangue pagato dagli automobilisti. Qui ci sarà una rotatoria a collegare alla statale il sottopasso appena realizzato da Rfi. Un sottopasso che sostituisce il passaggio a livello che, a sua volta, una trentina di anni fa, era stato messo su quello che i residenti chiamavano «l'attraversamento della morte».
IL BIVIO DI SAN GREGORIO. Come per il bivio di San Gregorio, dove la morte di Valentina Fiordigigli sembra aver sbloccato l'iter, anche la costruzione del passaggio a livello a Onna al posto del semplice attraversamento era arrivata dopo il sacrificio di due giovani travolti dal treno. Sull'altro lato ci sono ingressi di grandi supermercati e centri commerciali. La situazione, se possibile, peggiora avvicinandosi a San Gregorio. Quattro, cinque, sei incroci a sinistra, verso attività, case popolari, campo sportivo, altri a destra, tra cui quello appena realizzato che porta alla stazione ferroviaria. Sull'asfalto la terra rossa per asciugare l'olio di un recentissimo tamponamento, e i fiori in ricordo di un motociclista morto un paio di anni fa.
LE VITTIME. Chi vive e lavora nella zona ricorda ancora con orrore la scena della bimba falciata e uccisa mentre con la mamma attraversava la strada. Siamo arrivati alla fine del nostro breve viaggio di tre chilometri e 540 metri, siamo arrivati al terribile bivio di San Gregorio. Qui c'è un mazzo di fiori in ricordo di un giovane motociclista. Il tempo e le intemperie hanno cancellato i segni delle altre vittime di quel tratto di strada, il bambino travolto proprio all'incrocio, il panettiere finito contro il guard rail, il giovane atleta morto contro un albero e che gli amici hanno ricordato proprio pochi giorni fa, nell'anniversario della scomparsa, quel giovane di Paganica finito anche lui contro una pianta dopo aver trovato la strada allagata, l'uomo che stava tornando a casa, e che ha terminato la sua esistenza contro uno dei tanti tronchi che costeggiano la statale. Un elenco lunghissimo di dolore e lutti. E poi, a terra, legato a un palo, ultimo in ordine di tempo, c'è il mazzo di fiori in ricordo di Valentina, la 27enne di Paganica morta pochi giorni fa.
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