Sul Jazz Italiano Romano lancia l’allarme contributi

L’AQUILA. «L’iniziativa, partita da un gruppo di cittadini, di invitare in città la direttrice artistica del Festival degli Incontri, Silvia Barbagallo, per iniziare una riflessione collettiva sulla...

L’AQUILA. «L’iniziativa, partita da un gruppo di cittadini, di invitare in città la direttrice artistica del Festival degli Incontri, Silvia Barbagallo, per iniziare una riflessione collettiva sulla vicenda che l’ha vista protagonista, ma anche sui fondi legati al 4% stanziati in questi anni sulla cultura e sulla loro effettiva ricaduta sul territorio, è da guardare con molta attenzione». Lo afferma il capogruppo del Passo Possibile in consiglio comunale, Paolo Romano.
Che aggiunge: «Gli aquilani ridiventano finalmente protagonisti della scena cittadina e si riuniscono spontaneamente per discutere nel merito di una delle tante problematiche, come non accadeva dai primi tempi dopo il sisma. Sulla questione però, un’ulteriore riflessione sarebbe anche quella riguardante il futuro degli eventi culturali finanziati dal Restart, quando cesserà quella linea di finanziamento. Proprio a tal proposito il 31 agosto del 2018 era stata sottoscritta una dichiarazione di intenti tra il Comune dell’Aquila, la Federazione nazionale del Jazz italiano e la Siae. A firmare il documento sono stati il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il presidente della neonata Federazione Il jazz italiano, Paolo Fresu, e il Direttore generale della Siae, Gaetano Blandini. In sintesi il protocollo mirava a rafforzare e tutelare il legame tra il Jazz italiano e la città dell’Aquila, dando continuità e solidità alla manifestazione attraverso la realizzazione “di iniziative di carattere culturale, artistico e promozionale, ritenute necessarie a sostenere e incrementare lo sviluppo e la diffusione della stessa, incluse le attività idonee al reperimento dei mezzi finanziari, favorendo il coinvolgimento e la partecipazione di soggetti ed enti pubblici e privati”. Bene. Ma questi obiettivi», conclude Romano, «avrebbero dovuto essere sanciti, si legge al punto 3 dell’atto, da un successivo protocollo di intesa da sottoscrivere entro il 2018, in grado di stabilire ruoli e attività operative. Siamo a ottobre 2019 e non vi è traccia del protocollo». (v.p.)
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