«Sulle tasse nessun atto del governo» 

Restituzione post-sisma 2009, cautela delle imprese e delle associazioni di categoria dopo le ultime rassicurazioni

L’AQUILA . Non abbassano la guardia le associazioni di categoria sulla restituzione delle tasse. L’impegno del commissario alla ricostruzione, Paola De Micheli, c’è, ma non esiste nessun atto del governo. E questo non fa dormire sonni tranquilli. L’invito è alla cautela: «Con un governo che ha i giorni contati, non possiamo cullarci sulle promesse. Soprattutto in assenza di un decreto e in un momento politico così delicato per il Paese», sostengono Confindustria e Api. Ma esiste un secondo ordine di problemi: elevare la soglia del de minimis da 200mila a 500mila euro, applicando il cosiddetto temporary frame, non basta. Va applicata anche la franchigia per salvare le aziende aquilane. Senza quest’ultimo provvedimento, per almeno una quarantina di imprese del territorio scatterebbe il recupero totale delle tasse sospese, con l’esborso di somme ingenti, che superano in molti casi il milione. Soldi da pagare subito e in un’unica soluzione, mentre il tempo scorre. I 90 giorni di proroga scadranno a fine luglio.
IMPEGNO POLITICO. «Il pressing politico esercitato dai parlamentari abruzzesi», dichiara Ezio Rainaldi, delegato Confindustria L’Aquila alla ricostruzione, «ha avuto un primo effetto con la dichiarazione d’intenti della De Micheli, che ha assicurato l’impegno del governo a elevare la soglia del de minimis. Impegno che va tradotto in un atto pratico, con l’emanazione di un decreto- legge correttivo delle precedenti disposizioni. Tutto questo appare molto difficile, con il cambio di governo in atto, che rischia di vanificare la volontà espressa. La cautela è d’obbligo», incalza Rainaldi. «Sono mesi che assistiamo a vane promesse di imminenti soluzioni. Se la decisione è stata presa, venga messa subito dal governo nero su bianco». COSA CAMBIA. L’applicazione del temporary frame muterebbe radicalmente lo scenario. Delle oltre 340 aziende chiamate a restituire le somme non versate, ne resterebbero in elenco una quarantina. Quelle, cioè, che hanno superato la soglia dei 500mila euro, quanto a benefìci ottenuti. «L’abbattimento sfiorerebbe l’80 per cento del totale delle imprese coinvolte», dice Rainaldi, «lasciando fuori i grandi gruppi e le aziende che hanno beneficiato di aiuti superiori al mezzo milione».
SCADENZA A LUGLIO. «Nulla è cambiato», chiarisce Rainaldi. «Le aziende che hanno ricevuto la richiesta del commissario, Maria Margherita Calabrò, sono tenute a presentare tutta la documentazione delle annualità 2009-2011, che corrispondono al periodo di sospensione. La proroga, che ha fatto seguito alla grande manifestazione di piazza inscenata all’Aquila, scadrà a luglio. E in assenza di un decreto governativo, le aziende dovranno pagare».
INCOGNITA FRANCHIGIA. «C’è poco da stare tranquilli», il commento di Massimiliano Mari Fiamma, segretario generale Apindustria L’Aquila. «Di promesse sfumate nel nulla ne abbiamo sentite tante. Il governo avrebbe potuto agire da tempo, ma finora non lo ha fatto». Mari Fiamma fa notare come «il superamento della soglia dei 200mila euro non risolve del tutto il problema. Sull’applicazione della franchigia dovrà esprimersi l’Unione europea: un provvedimento fondamentale per azzerare gli effetti del recupero sulle aziende che hanno superato la soglia dei 500mila euro. Restano molti dubbi e perplessità, considerando che l’impegno verbale arriva da un commissario che rappresenta un governo dimissionario. Serve un atto formale. E serve subito». Le imprese coinvolte sono 350, per un totale di 76 milioni, a cui vanno sommati gli interessi di mora.
©RIPRODUZIONE RISERVATA