Sulmona, architetti all’attacco: «Ricostruzione ferma, 600 progetti bloccati»

Il presidente Compagnone difende la categoria: «Noi non facciamo politica, il Comune snellisca le procedure»

SULMONA. Più di 500 progetti di ricostruzione post-sisma e 70 di mitigazione del rischio restano al palo in città. Stenta a ripartire l’edilizia cittadina e così, dopo una serie di annunci in pompa magna e prese di distanze sottotraccia da parte di alcuni, l’Ordine degli Architetti torna a mettere al centro la questione della ricostruzione bloccata in città. In particolare, il presidente provinciale degli Architetti Edoardo Compagnone replica ai consiglieri di maggioranza del Comune che avevano bollato come strumentali le proteste di Ance, Sulmona fa Centro (commercianti), Albergatori, Ascom, Confesercenti, Commercianti, Architetti, Geometri, Ingegneri, Commercialisti, Avvocati, Periti Industriali e Geologi.
«Apprendo con stupore le dichiarazioni fuorvianti rilasciate dai consiglieri di maggioranza di Sulmona, sulla “presunta” strumentalizzazione politica di un Ordine professionale», interviene Compagnone. «Ribadisco come l’Ordine, negli incontri avuti con il sindaco Annamaria Casini, ha evidenziato la necessità di snellire alcune procedure che portano gli iscritti, il più delle volte, a vedere liquidate le proprie competenze persino anche dopo 12 mesi; questo “andazzo” riveste anche una problematica sociale di cui l’Ordine si deve far carico e rappresentare a tutti i livelli».
Sarebbe, dunque, sbagliato, secondo gli architetti, fare finta di niente. Per questo Compagnone aggiunge che «cercare di spostare l’attenzione su altri argomenti, non attinenti e non rispondenti alle necessità che stanno investendo tutti gli operatori del comparto dell’edilizia e affermare che va tutto bene, non giova soprattutto alla credibilità di chi ha rassicurato l’Ordine sull’imminente risoluzione delle criticità poste».
E ancora, una replica sui numeri. «Concludo ricordando che comunque, a oggi, ancora non vengono istruiti gli oltre 500 progetti della ricostruzione post-sisma, giacenti sulle scrivanie del Comune e che ancora non vengono istruiti gli oltre 70 progetti sulla riduzione del rischio sismico giacenti da circa un anno all’interno di Palazzo San Francesco», aggiunge Compagnone, «progetti che, qualora approvati, potrebbero dare un po’ di respiro alla nostra categoria professionale e a tutto l’indotto e inoltre attenuare il disagio sociale dovuto alla crisi economica particolarmente forte in quest’area».
A otto anni dal sisma restano quasi 200 gli sfollati sulmonesi, più della metà dei quali senza sussidi dal 2012 e il resto dalla fine del 2014, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ance (l’associazione costruttori). In tutto il 2014 solo quattro pratiche erano state approvate per Sulmona dall’ufficio di Goriano per 4.237.960 euro e solo tredici dal Comune per circa 800mila euro. Sulla scia di questi dati, da anni arrivano appelli da Ance e Ordini di Architetti e Ingegneri a potenziare l’ufficio sisma. A complicare le cose ci si mette il caos coi lavoratori precari delle cooperative a dieci giorni di occupazione dell’aula consiliare per difendere il loro posto di lavoro, in bilico tra appalti scaduti e proroghe o nuove gare che non arrivano. Da qui l’apertura a singhiozzo dei vari uffici, tributi e sisma su tutti, con personale ridotto all’osso e pratiche ferme.
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