Sulmona, sciopero alla Magneti Marelli: l’adesione sfiora il 70 per cento

La protesta proclamata dalla Fiom-Cgil contro due licenziamenti tra cui quello di un capo reparto. L’azienda costretta a ricorrere a un gran numero di interinali per evitare il blocco della produzione

SULMONA. Sfiora il 70 per cento l’adesione allo sciopero alla Magneti Marelli. Gli operai hanno incrociato le braccia contro i carichi di lavoro e i due recenti licenziamenti: quello del capo reparto, in servizio da 30 anni, e quello del lavoratore interinale che era nella sua squadra. L’astensione dal lavoro, per l’intera giornata di ieri divisa per turni, ha raggiunto il 67 per cento di adesione al primo turno e il 68 nel secondo. Con l’azienda che ha dovuto fare ricorso agli interinali, almeno una trentina per turno, per evitare di fermare la produzione. Traccia un bilancio positivo della giornata di protesta contro i carichi di lavoro e i recenti licenziamenti la Fiom-Cgil, che ha proclamato da sola lo sciopero. «L’azienda ha fatto ricorso a un numero di interinali che a noi non è dato sapere», spiega Alfredo Fegatelli segretario provinciale della Fiom-Cgil. «Possiamo solo dire che abbiamo visto entrare numerose persone che non sono tra quelle contrattualizzate. Allo stato attuale non conosciamo quali turnazioni siano state assegnate agli interinali, né quante ore consecutive abbiano effettivamente lavorato. Lo sciopero è riuscito e i numeri lo dimostrano».

Nel frattempo, fuori dai cancelli della fabbrica è ripartito il volantinaggio della Fiom. Nei mesi scorsi gli scioperi contro i nuovi turni avevano toccato punte del 90 per cento. «Quello che oggi è capitato a un capo domani può a maggior ragione accadere a qualunque operaio», è scritto sul volantino. «I lavoratori di Sulmona dicono basta a questo ricatto». Soddisfatto anche Pietro Campanella, sempre della Fiom Cgil. «Lo sciopero è riuscitissimo», è il commento del sindacalista, «i dipendenti sono stufi di questi eccessivi carichi di lavoro e di questa nuova organizzazione. Da qui le alte percentuali dello sciopero che speriamo convincano chi di dovere ad aprire un confronto». L’astensione dal lavoro è stata ripartita sui tre turni lavorativi dell’intera giornata di oggi: primo turno dalle 6 alle 14; secondo turno dalle 14 alle 22; terzo turno dalle 22 alle 06. Nel frattempo, il caso del capo reparto licenziato sabato, il giorno prima del suo 53esimo compleanno, ha spinto la giunta comunale, guidata dal sindaco Annamaria Casini, a chiedere un incontro all’azienda (che però non ha ancora risposto) per provare a salvare il posto di lavoro al dipendente, diventato negli anni responsabile di produzione con diverse esperienze all’estero, e all’operaio interinale. Il capo reparto è assistito dall’avvocato Alessandro Margiotta, che presenterà un ricorso contro il licenziamento, giudicato assolutamente eccessivo. L’interruzione del rapporto di lavoro sarebbe arrivata in seguito alla spedizione nella fabbrica di Cassino – fatta da un operaio interinale (quello poi licenziato) – di due pezzi difettati di telaio per la Stelvio (il primo Suv dell’Alfa Romeo), che avrebbero dovuto essere scartati. Hanno espresso solidarietà ai lavoratori messi alla porta anche le segreterie regionali di Sinistra Italiana, Partito Comunista italiano e Rifondazione comunista. E, intanto, l’onorevole Gianni Melilla (Movimento democratico progressista) ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro Giuliano Poletti sul caso dei due licenziamenti.

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