Sulmona,voglia di rilancio il giorno dopo Mattarella

L’assessore Gerosolimo: «Abbiamo acceso i riflettori sulla città e la Valle Peligna» Il partigiano Malvestuto: «Un onore». Il tenore Pace ha cantato l’Inno d’Italia

SULMONA. Il giorno dopo la visita del capo dello Stato non si spegne l’entusiasmo in città per l’incontro con Sergio Mattarella. Qualche bandiera resta appesa ai balconi delle case del centro storico ed è viva l’emozione. Come nel caso di Gilberto Malvestuto, ultimo ufficiale in vita della Brigata Majella, che giovedì non ha voluto perdere l’appuntamento con Mattarella. Così, aiutato dalla sua badante, si è posizionato dietro alle transenne, al fianco degli altri partigiani con fazzoletto tricolore al collo. Una presenza fugace, giusto il tempo di stringere la mano al capo dello Stato e incrociare il suo sguardo. Lucido e con i ricordi vivi del periodo della Seconda guerra mondiale, Malvestuto compirà 96 anni il 17 aprile. In piazza XX Settembre, dunque, è arrivato per prendersi il suo regalo di compleanno anticipato, l’incontro col presidente della Repubblica. «Per me è stato un onore potergli stringere la mano», racconta Malvestuto, «ma ancor più importante è stato ricevere il suo grazie per quanto abbiamo fatto per liberare l’Italia. Già avevamo incontrato altri capi di Stato, ma eravamo dovuti andare noi a Roma, tranne quando venne Ciampi per il Sentiero della libertà».

Anche chi non ha vissuto gli anni terribili della guerra e le rappresaglie successive, però, apprezza la valenza della visita – tutt’altro che scontata – del capo dello Stato in città. Come fa Andrea Gerosolimo, politico sulmonese, assessore regionale alle Aree interne.

«La giornata di giovedì è destinata a rimanere nella storia della nostra città», interviene, «ringrazio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l’onore che ci ha concesso e per aver sancito con la sua presenza l’importanza della città di Sulmona e la monumentalità del sommo poeta Ovidio, patrimonio inestimabile della cultura mondiale. In sei mesi la Valle Peligna è stata bersaglio delle attenzioni di diversi ministri e autorità sino al culmine raggiunto con la visita del Capo dello Stato. Non era mai accaduto. Segno che questa amministrazione, insieme al sottoscritto, sono stati in grado di accendere i riflettori sulla Valle Peligna. Siamo orgogliosi del lavoro che stiamo svolgendo, ora Sulmona ha bisogno di tutti».

Lo stesso sentimento di appartenenza lo ha evocato con la sua voce il tenore pratolano Maurizio Pace, che ha intonato l’Inno d’Italia all’arrivo del presidente Mattarella all’interno del teatro comunale Maria Caniglia, dove si è tenuto il Convegno internazionale di studi ovidiani.

«Un’emozione fortissima», commenta il tenore. «È stato bellissimo perché proprio in questo teatro vinsi qualche anno fa il primo premio al Concorso internazionale di canto Lirico Maria Caniglia. Ora che le nostre istituzioni hanno visto la bellezza dell’Abruzzo non ci abbandonino».

Anche un gruppo di genitori di alunni sulmonesi dell’Istituto comprensivo Mazzini-Capograssi trae spunto dalla visita di Mattarella in città e torna a sollecitare interventi per le scuole sulmonesi.

Così come ha fatto più volte Alberto Di Giandomenico, rilanciando gli appelli del Comitato genitori che chiede scuole sicure per i propri figli.

«Se non possiamo garantire ai nostri figli la sicurezza del luogo più prezioso, la scuola, come possiamo sperare che un domani decideranno di restare qui? Di continuare ad amare un luogo che li sta cacciando via?», si chiedono i genitori. «Gli edifici scolastici che sono stati chiusi perché necessitano di lavori di messa in sicurezza sono ancora chiusi, con gare d’appalto andate deserte oppure vinte da qualche ditta, ma con cantieri mai avviati per questioni burocratiche che sinceramente ci sfuggono. A noi genitori era stata garantita l’installazione di un modulo provvisorio, ma dopo due anni dalla chiusura della scuola nulla si è ancora mosso».

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