Trecento pratiche ferme al Genio civile 

L’appello di Rainaldi (Confindustria): lo Sblocca cantieri ha bocciato la velocizzazione delle autorizzazioni, è un disastro

L’AQUILA. Quasi 300 pratiche ferme, imbottigliate al Genio civile, nel collo stretto che non consente alla ricostruzione di fluire come dovrebbe. Cantieri da ristrutturare dopo il sisma e nuovi insediamenti, per lo più piccole attività artigianali che attendono l'autorizzazione per l'avvio dei lavori.
È la situazione messa in luce da Ezio Rainaldi, delegato alla ricostruzione di Confindustria L'Aquila Abruzzo Interno, che denuncia la stasi delle pratiche in lavorazione. «Sono centinaia», dice, «i progetti della ricostruzione post-sisma in attesa di visura al Genio civile. L'emendamento presentato nello Sblocca cantieri, per riportare il meccanismo di approvazione dei progetti da autorizzativo al semplice deposito, con una naturale velocizzazione delle pratiche, è stato bocciato. Siamo in una situazione di totale impasse, dovuta ad una carenza di personale adeguato alle normative vigenti e alla mole di pratiche che gli uffici sono chiamati a visionare. Non è accettabile», incalza Rainaldi, «che, a dieci anni dal sisma, le aziende della ricostruzione e gli stessi imprenditori che vogliono attivare nuove iniziative di sviluppo siano costretti ad attendere tempi biblici, compromettendo la partenza dei cantieri e l'assegnazione delle risorse. Una soluzione, seppure parziale, poteva essere l'approvazione dell'emendamento che avrebbe riportato la filiera dell'accettazione delle pratiche al solo deposito, come prima dell'entrata in vigore dell'ultima legge regionale sul Genio civile, che ha di fatto dilatato i tempi di intervento».
Rainaldi fa riferimento ad analoghe situazioni in altre regioni, come le Marche, «dove il passaggio al Genio civile avviene sulla base del mero deposito. Richiamiamo l'attenzione della Regione, a intervenire con una modifica alla legge o, in alternativa, a una forte implementazione del personale dedicato all'esame e all'approvazione dei progetti. In un momento in cui il lavoro manca, nel nostro territorio, e sta scemando anche il tiraggio degli appalti della ricostruzione, è assurdo che si sia costretti ad attendere mesi per un'autorizzazione, che dovrebbe essere già implicita nelle responsabilità dei tecnici nella redazione dei progetti». Rainaldi richiama alla necessità «di una ricostruzione basata sul lavoro e sulla possibilità di nuovi investimenti, avere sia una legge speciale sugli appalti pubblici, sia misure dedicate di incentivazione e agevolazione per le imprese che investono nella nostra area. È assurdo che, oggi, si facciano convegni con voli pindarici sui massimi sistemi e non si sblocchino le questioni basilari legate alla ricostruzione».(cr.aq.)
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