Trent’anni fa la battaglia anti-poligono 

Gli abitanti di Filetto e Barisciano si mobilitarono contro l’utilizzo di Monte Ruzza come luogo per esercitazioni militari

L’AQUILA. Esattamente trent’anni fa gli abitanti di Filetto (frazione dell’Aquila) e del Comune di Barisciano si mobilitarono contro l’utilizzo di Monte Ruzza (1300 metri sul livello del mare alle falde del Gran Sasso), come luogo per le esercitazioni militari. Fu forse una delle prime “battaglie” ambientaliste del territorio aquilano. Giovanni Altobelli di Filetto, che fu uno dei protagonisti di quelle “battaglie”, ha scritto un lungo resoconto degli avvenimenti allegando documenti originali ed echi di stampa dell’epoca. Ne riportiamo i passaggi essenziali.
LA STORIA. «Intorno agli anni Sessanta del secolo scorso», scrive Altobelli, «nacque il poligono militare di Monte Ruzza nell’area montana tra Filetto e Barisciano storicamente utilizzata per produzioni agricole e pascolo. Alla fine degli anni Ottanta, quindi quasi trent’anni dopo, mentre continuavano le esercitazioni dei Reggimenti di mezza Italia, cominciarono a manifestarsi critiche, polemiche e tensioni per ottenere la smilitarizzazione di Monte Ruzza. Nacquero in quel periodo comitati per l’organizzazione di manifestazioni anti-poligono e durante i primi mesi dell’inverno del 1989 a Barisciano, nel salone comunale, si tenne una riunione importante per decidere che fare rispetto alle cosiddette servitù militari. L’8 febbraio 1989 a Filetto, nel tardo pomeriggio, nei locali dell’ex scuola materna, si tenne una riunione con la giunta comunale all’epoca guidata dal sindaco Enzo Lombardi alla presenza di circa 300 persone. La sala venne tappezzata dagli organizzatori con scritte contro gli amministratori locali che avallavano l’utilizzo di Monte Ruzza per scopi militari. La riunione andò avanti fino alle 23,30 e da quella sede partì una dura forma di protesta».
LA MOBILITAZIONE. «Dal 24 al 28 aprile 1989 erano stati programmati cinque giorni di esercitazioni di un Reggimento di fanteria di Pistoia. I componenti del comitato “Per la smilitarizzazione di Monte Ruzza” nel pomeriggio del 23 aprile decisero di occupare “segretamente” il poligono a partire dalle 4 del mattino del 24 aprile 1989. Il punto indicato per il raduno era “Colle Quarosa”, area strategica al confine tra Filetto e Barisciano. All’alba, prima che prendessero servizio le varie sentinelle lungo il perimetro del poligono, la zona era già stata occupata da contadini e allevatori di Filetto e Barisciano. Alle 8 il comando militare era pronto a sparare i primi colpi ma tutto, all’improvviso, fu bloccato. Arrivarono le forze dell’ordine dall’Aquila, carabinieri e polizia, arrivarono le varie televisioni regionali e la stampa (il cronista del Centro avvertito in tempo era con i manifestanti già dalla notte, ndr). Le popolazioni di Filetto e Barisciano si comportarono con compostezza, non ci furono “scontri”, il poligono venne presidiato per tutti i cinque giorni previsti per le esercitazioni. Arrivarono viveri sia da Filetto che da Barisciano. Di notte faceva freddo e si dormiva dentro le macchine. A volte venivano accesi dei fuochi per riscaldarsi un po’. La mattina la gente portava anche il caffè. Furono giorni duri per chi occupava il poligono. Il Comitato, il 28 aprile, venne ricevuto dal prefetto insieme ad alcuni politici locali. Il prefetto Massimo Pistilli disse: “Per questa volta, vista la compostezza della popolazione, non ci saranno denunce, ma la prossima volta non potrete bloccare un’esercitazione militare già programmata”. Il reggimento dovette ripartire per Pistoia senza sparare un colpo. Per questa volta avevano vinto le popolazioni di Filetto e Barisciano. Ma la lotta sarebbe stata ancora lunga. Infatti negli anni Novanta del secolo scorso le esercitazioni nel poligono “Monte Ruzza” continuarono regolarmente nonostante le costanti e continue polemiche tra militari e popolazioni di Filetto e Barisciano».
NUOVA MANIFESTAZIONE. Nella primavera del 1993, con a capo il sindaco di Barisciano Bruno Campagna, venne organizzata una nuova grande manifestazione. La mattina del 24 maggio 1993, in località “Le Cortine”, le popolazioni di Barisciano e Filetto, sostenute da varie associazioni ambientaliste, occuparono il poligono, impedendo agli obici di sparare. Dal 24 al 28 maggio le forze dell’ordine identificarono tante persone inviando un rapporto alla Procura della Repubblica. L’ultimo giorno sul palco ci fu l’intervento del sindaco Bruno Campagna. Nei giorni successivi alcuni parlamentari, tra i quali Gianni Melilla e Chicco Testa, fecero una interrogazione al ministro dell’Ambiente. Le popolazioni di Filetto e Barisciano non volevano più il poligono che, si diceva, poteva diventare da provvisorio a permanente e ci sarebbe stato anche l’esproprio delle terre. Inoltre veniva denunciato il possibile inquinamento delle falde acquifere a causa dei residui delle esercitazioni dispersi sul terreno. La chiusura definitiva con la bonifica del poligono di Monte Ruzza avvenne alla fine di dicembre 1995. E questo fu dovuto certo alle proteste della popolazione, ma anche perché, di lì a qualche anno, sarebbe stato abolito il servizio militare di leva obbligatorio», conclude Giovanni Altobelli.
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