Tribunali minori, la speranza si affievolisce

Perentorio il ministro: «L’Abruzzo deve adeguarsi a quello che è stato già fatto nel resto d’Italia»

L’AQUILA. Il ministro della Giustizia sembra non lasciare scampo a un ennesimo rinvio dell’accorpamento dei tribunali minori in Abruzzo che, per la provincia aquilana, sono quelli di Sulmona e Avezzano. «Quello che è avvenuto nel resto d’Italia dovrà avvenire anche in Abruzzo», ha detto, lasciando intendere che difficilmente ci sarà un netto arretramento in tal senso. «Penso che il ritorno alla normalità», ha aggiunto, «passi anche attraverso l’attuazione delle regole volute per il resto del Paese». Ha anche parlato dei problemi di organico del tribunale dell’Aquila come segnalato di recente dal presidente Ciro Riviezzo in un convegno facendo intravedere qualche speranza. «Il 22 novembre esce un bando», ha affermato, «per un concorso per mille posti nelle cancellerie, poi ci sarà la possibilità di reclutare altre mille persone con la mobilità da altre amministrazioni. L’utilizzo di queste unità avverrà secondo i criteri della maggior scopertura degli uffici giudiziari e l’Abruzzo ci rientra certamente».

«Per i magistrati», ha aggiunto il ministro, «abbiamo mandato il decreto di rideterminazione delle piante organiche al Csm e siamo in attesa di una risposta e del parere entro il mese in modo che posso emanare il decreto nel 2016».

Il ministro era atteso anche da decine di tirocinanti della giustizia arrivati da ogni parte della regione. «Lavoriamo senza contributi e permessi», ha detto uno dei portavoce, Massimo Bosi, «e ci si trova di fronte a una sorta di caporalato di Stato che deve finire». I tirocinanti della giustizia – sono 2.500 in Italia e 200 nella nostra regione – per via del precariato non sono ottimisti sul loro futuro.

«Non devono protestare», ha detto il ministro Andrea Orlando, «ma studiare perché con il concorso che abbiamo fatto c’è il riconoscimento della priorità a chi ha fatto tirocinio nella giustizia che avrà titolo di stare in graduatoria più di altri. La promessa in tal senso che avevamo data è stata rispettata. Del resto, per entrare nello Stato non esiste altro modo che il concorso pubblico».

Il ministro si è detto rammaricato per il fatto che in Abruzzo non è stato ancora nominato il garante dei detenuti a fronte di una situazione carceraria difficile e a un numero di suicidi, talora solo tentati, che è alto anche se l’uomo di governo ha precisato che sono in calo. «In questi mille giorni di governo abbiamo risolto le principali emergenze», ha detto, «che erano quelle del sovraffollamento carcerario e l’arretrato nel civile. Resta ancora molto da fare, ma penso che davvero abbiamo iniziato a determinare una svolta nel funzionamento della giustizia sostenuta anche da investimenti. I numeri nelle carceri sono tornati sotto controllo quanto a presenza dei detenuti e si sono incrementate le pene alternative». (g.g.)

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