Trovati 15mila euro a casa di due indagati 

Spuntano soldi in contanti durante le perquisizioni La difesa: somme da utilizzare per le spese quotidiane

L’AQUILA. Nuova raffica di perquisizioni. E, il giorno dopo gli arresti, scattano i sequestri di soldi. Oltre 15mila euro in contanti trovati nei cassetti in casa di due dei 35 indagati nell’ambito dell’inchiesta su appalti e tangenti nella ricostruzione pubblica che ha portato a 10 arresti e 5 interdizioni dall’attività professionale. I carabinieri hanno fatto la scoperta nelle abitazioni di due funzionari dei beni culturali destinatari di un decreto di perquisizione. Ai 35 indagati complessivi vengono contestati, a vario titolo, reati che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta al falso all’abuso d’ufficio.
SOLDI PER LE SPESE. A un funzionario del Mibact sono stati trovati circa 5.500 euro, all’altro circa 8.800 euro. Secondo gli investigatori, il materiale è interessante in relazione all’indagine: ora spetterà agli indagati l’onere di dimostrare la provenienza di quelle somme. Sul momento, nel corso delle domande a perquisizione in corso, gli indagati hanno replicato che si tratta di contanti da utilizzare «per le spese quotidiane». Nelle intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che in video e foto, sono state accertate dazioni di denaro e incarichi ad amici e parenti da parte delle imprese che hanno vinto gli appalti nei confronti di dipendenti, ritenuti infedeli, del ministero per i Beni culturali in Abruzzo.
IL NUOVO BLITZ. Dopo quello di due giorni fa, ieri è scattato un nuovo blitz negli uffici aquilani del Mibact che hanno sede a Villa Gioia. Contestualmente, nella sede del comando provinciale dei carabinieri, è cominciato il lungo lavoro di riscontro sulla voluminosa mole di faldoni riguardanti l’esito dei lavori dei 12 cantieri oggetto di attenzioni. Saranno effettuati anche accertamenti di carattere informatico sui numerosi file sequestrati, oltre a quelli di natura patrimoniale.
PROTEZIONE CIVILE. Il Dipartimento di Protezione civile, dopo aver appreso del coinvolgimento, nell’inchiesta, del presidente del consiglio d’amministrazione della cooperativa “L’Internazionale”, ha chiesto a Cns-Consorzio nazionale servizi (di cui la coop è consorziata) «informazioni ed elementi conoscitivi in merito alle ipotesi di reato e alle eventuali misure adottate nei confronti dei vertici della società». La Protezione civile, dopo una gara europea per la fornitura di soluzioni abitative in emergenza bandita nel 2014, ha sottoscritto, a maggio 2016, i contratti con gli aggiudicatari, tra cui Cns. I contratti sono stati messi a disposizione delle regioni del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e del gennaio 2017 per la sottoscrizione di appalti specifici e la fornitura delle casette. Dato che “L’Internazionale” è una delle consorziate esecutrici delle forniture delle casette, «la richiesta di informazioni al Cns si è resa necessaria per conoscere quanto lo stesso Consorzio ha messo in atto per assicurare la corretta prosecuzione dell’esecuzione degli ordinativi fatti dalle regioni», spiega il Dipartimento.
IMPRENDITORE SOSPESO. Legacoop Puglia ha sospeso dagli incarichi associativi Vito Giuseppe Giustino, imprenditore di Altamura (Bari) presidente del Cda della società cooperativa “L’Internazionale”, che si trova agli arresti domiciliari. Giustino, che era anche componente della presidenza di Legacoop Puglia, è stato intercettato mentre al telefono ride parlando delle future commesse da acquisire nella zona di Amatrice. L’annuncio è stato dato dal presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo in una nota nella quale precisa che la decisione ha effetto immediato ed è stata presa in ossequio al regolamento dell’associazione. Rollo precisa anche di confidare «nell’operato della magistratura affinché venga fatta chiarezza al più presto».
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