Un giardino archeologico nel cortile di palazzo Pascali 

Presentati i tesori spuntati nel recupero post-sisma dell’edificio in via Roma Il Comune valorizza i reperti, si punta alle visite nei giorni della Perdonanza

L'AQUILA. Davanti al palazzo di via Roma al civico 167 sarebbe dovuta passare la metropolitana di superficie; fu proprio questo edificio, invece, che fermò il passaggio della contestata opera. Il palazzo, nascosto in passato dalle macchie dell’inquinamento, è tornato a splendere con i lavori di recupero post-sisma. Lavori da oltre un milione di euro e conclusi alla fine dello scorso anno, da cui si sono ottenuti 40mila euro di economie che hanno permesso di mettere mano (con 80mila euro aggiuntivi del Comune dell’Aquila) alla chicca del palazzo: la creazione di un giardino archeologico al suo interno, presentato ieri a palazzo Fibbioni. A illustrare il progetto l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, il dirigente Vittorio Fabrizi, Gianfranco D’Alò della Soprintendenza e i tecnici incaricati dell’aggregato, l’architetto Giuseppe Cimmino e Fernando Paris. Il giardino archeologico metterà in evidenza non soltanto i ritrovamenti di carattere archeologico e architettonico, ma permetterà di dare una chiave di lettura di come era il chiostro dell’antico palazzo.
«Attraverso la comparazione con i cortili e i chiostri esistenti e intatti in città siamo riusciti a rielaborare questo antico chiostro. L’obiettivo è finire i lavori nel giro di due mesi», spiega Cimmino, «per poter aprire il giardino archeologico alla cittadinanza e ai turisti già durante i giorni della Perdonanza».
«È la dimostrazione che la ricostruzione non è soltanto quella relativa al recupero materiale dei palazzi, ma dona alla città uno spazio che da fisico diventa pubblico», ha detto l’assessore Di Stefano, il quale auspica che «L’Aquila diventi un museo a cielo aperto. La ricostruzione dev’essere intesa come un investimento per il futuro, e ciò che viene recuperato non dev’essere chiuso agli occhi della comunità, a cominciare dalle chiese. Tutti i luoghi del recupero post-sisma devono aprire, magari in alcuni periodi dell’anno in particolare, altrimenti restano soltanto critiche e polemiche su una ricostruzione che, invece, sta procedendo». Particolare il progetto del giardino archeologico. «La luce e la materia si fondono insieme e daranno un’idea virtuale di com’era il chiostro del palazzo all’epoca», sottolinea Cimmino. «Il gioco di luci traccerà le colonne e gli archi, abbiamo fatto un’ambientazione sia diurna che notturna e siamo riusciti a mettere in evidenza il posizionamento delle colonne che sorreggevano le volte a crociera e le arcate». Tutto parte dall’esecuzione dei lavori di recupero di palazzo Pascali, durante i quali è emersa una porzione di colonna nel giardino coeva o forse antecedente alla datazione del palazzo, suscitando l’interesse della Soprintendenza. «Abbiamo trovato tantissimi reperti archeologici che verranno messi in mostra», conclude, «come le monete in bronzo dell’epoca di fondazione della città e anche frammenti di vasellame».
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