Un giovane su due è vittima di atti persecutori on line 

Il dato diffuso nel corso dell’iniziativa di prevenzione organizzata dal Centro e dal Corecom Protagonisti dello studio i ragazzi nella fascia d’età compresa tra gli undici e i 17 anni

L’AQUILA. Il 52,7% degli adolescenti, tra gli 11 e i 17 anni, è vittima di almeno un episodio di cyberbullismo. Nel 70% dei casi si tratta di ragazze, le prede più appetibili, secondo gli ultimi dati del rapporto Censis. Il 70% dei ragazzi che subiscono atti aggressivi o molesti, compiuti attraverso l’utilizzo di strumenti telematici, web, sms, e-mail e chat, non ne parlano né in famiglia, né a scuola.
È la fotografia emersa nell’incontro “Cyberbullismo: conoscerlo per evitarlo”, che si è svolto nella sala Ipogea di Palazzo dell’Emiciclo, organizzato dal Centro e dal Corecom. Presenti al dibattito, moderato dalla giornalista Monica Pelliccione, gli studenti del Liceo Cotugno e della scuola media Mazzini-Patini. «Il cyberbullismo è il bullismo di nuova generazione», ha dichiarato Tancredi Di Iullo, presidente dell’Ordine regionale degli Psicologi Abruzzo. «Internet ha aperto nuove possibilità di comunicazione, ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dai rischi legati a un uso improprio di questo strumento. Quello effettuato on line è a tutti gli effetti un atto aggressivo». Dai messaggi vocali a immagini o video imbarazzanti, furti di identità e insulti su cellulari, mail o blog, il cyberbullismo viaggia sull’onda delle nuove tecnologie «con conseguenze gravissime», evidenzia Di Iullo, «che vanno dalla vergogna alle forme depressive, fino ai tentativi di suicidio e che generano ferite inguaribili».
«Il 29 maggio 2017 sono entrate in vigore le nuove disposizioni normative a tutela dei minori e per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo», ha spiegato Stefania Pastore, avvocato, «uno strumento flessibile e aggiornabile per rispondere alle sfide educative e pedagogiche legate alla costante evoluzione delle nuove tecnologie». Anche i minorenni possono incorrere in procedimenti penali e civili. «Se il minore ha un'età compresa tra i 14 e i 18 anni», ha aggiunto Pastore, «sarà considerato giudicabile, ma il procedimento penale non avrà corso davanti all’autorità giudiziaria ordinaria, ma al tribunale per i minorenni». Proprio sulla scorta della nuova normativa, il Corecom ha avviato una campagna di sensibilizzazione con incontri nelle scuole e la pubblicazione di un opuscolo “Cyberbullismo e web reputation”.
«La cultura è la più grande arma di difesa e di crescita», ha detto Filippo Lucci, presidente nazionale Corecom. «Abbiamo deciso di fornire una maggiore conoscenza degli strumenti telematici e dei rischi connessi al loto utilizzo, per evitare di cadere in situazioni pericolose e difficili da gestire. Troppo facilmente si può diventare vittime di adescamenti o violenze sessuali on line o di cyber stupidity. Anche le istituzioni scolastiche sono chiamate alla sensibilizzazione a un utilizzo consapevole della rete Internet».