Un prefetto alla Protezione civile

Gabrielli raccoglie l’eredità di Bertolaso, indiscrezioni confermate da Letta

L’AQUILA. Il prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli erede di Guido Bertolaso alla Protezione civile: è più di una indiscrezione dopo le parole, inequivocabili, pronunciate dal sottosegretario Gianni Letta durante l’inaugurazione della mensa di Celestino a piazza d’Armi.

«Presto Gabrielli sarà promosso» ha detto il sottosegretario marsicano. Un’investitura che il Consiglio dei ministri ratificherà presto. A volere Gabrielli, che sia pure sotto altra veste continuerebbe a monitorare le vicende aquilane al Dipartimento, è stato Bertolaso, dopo averlo visto lavorare nell’emergenza aquilana. In diverse occasioni il capo della Protezione Civile ha sottolineato il valore dell’impegno di Gabrielli all’Aquila e il prefetto, a sua volta, ha spesso sottolineato le capacità di Bertolaso ed è stato tra i primi a ribadire la fiducia nei sui confronti quando è stato investito dalla bufera giudiziaria.

In questi mesi, inoltre, Bertolaso ha sempre detto che una volta individuato il vice, prima di lasciare definitivamente la guida della Protezione Civile, ci sarà un periodo di affiancamento. Quel che è certo è che Gabrielli ha già cominciato a conoscere la macchina del Dipartimento, avendo modo di lavorare fianco a fianco con i direttori generali e i funzionari che si sono occupati dell’emergenza dell’Aquila. Sposato e padre di tre figli, 49 anni, nato a Viareggio, prima di arrivare a fare il prefetto dell’Aquila un anno fa Gabrielli è stato il più giovane capo dei servizi segreti civili italiani e ha costruito un’intera carriera nell’antiterrorismo.

Entrato in polizia nel lontano 1985, due anni dopo passa alla Digos di Imperia e da lì inizia un percorso che lo porterà a smantellare, un anno dopo, le Br-Ucc, a coordinare le indagini che hanno consentito di fare luce sulle stragi mafiose della primavera-estate del 1993, fino ad arrivare all’arresto dei brigatisti responsabili degli omicidi di Massimo D’Antona, Marco Biagi e del sovrintendente della polizia Emanuele Petri, nel 2003. Impegnato anche sul fronte internazionale dirige le indagini che hanno consentito di catturare in Italia uno dei responsabili dell’attentato alla metropolitana di Londra del luglio del 2005, Gabrielli viene nominato direttore del Sisde a dicembre del 2006 dal governo Prodi. Ai servizi resta meno di due anni, fino al giugno del 2008, quando viene sostituito dall’attuale direttore Giorgio Piccirillo. Poi arriva il 6 aprile e il Consiglio dei ministri, anche in questo caso su indicazione di Bertolaso, lo nomina prefetto dell’Aquila: serviva una persona capace non solo di gestire il momento difficile dell’emergenza ma anche di vigilare sulla regolarità degli appalti per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata. Ora, dopo un anno, si intravede il nuovo incarico: combattere i terremoti con lo stesso impegno con cui ha affrontato le Br.

DURE ACCUSE. Gabrielli, nel commentare il baccano fatto da alcuni esagitati durante il consiglio comunale li ha definiti in modo pesante. «Quattro cialtroni», ha detto, «che hanno ridicolizzato uno dei momenti più alti della democrazia, che è quella di un’assemblea eletta dal popolo».

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