Urla, spintoni e calci ecco il perché dei Daspo

Per gli ultrà e Chirieletti si temono anche conseguenze di natura penale Avvocati al lavoro per ottenere dal Tar la sospensione del provvedimento

L’AQUILA. Il Daspo a otto tifosi rossoblù, al calciatore Christian Chirieletti e a suo padre, inflitto dopo una zuffa nel burrascoso dopo partita con il Siena dello scorso 17 aprile, mina al cuore la serenità nel club che sta vivendo l’incubo degli spareggi nel girone B di Lega Pro.

Alcuni degli interessati stanno freneticamente contattando i loro avvocati per vedere come opporsi al provvedimento del questore. Il primo passo contro questo provvedimento inibitorio sarà il ricorso al Tribunale amministrativo regionale, ma forse bisognerà anche difendersi penalmente qualora gli investigatori ravvisassero, almeno per alcuni, un reato perseguibile d’ufficio come la rissa.

Ma come si è arrivati a questo? Alla base dell’esasperazione cui è seguita la zuffa, l’inattesa sconfitta interna con il Siena, la classica squadra che non aveva ambizioni di classifica.

Tutto accade a partita finita, in una via limitrofa allo stadio, viale Tagliacozzo, che risale dalla Rotonda del Torrione fino al Castello. I pochissimi tifosi toscani sono già in viaggio verso casa. Molti aquilani sono già arrivati a casa. Escono i calciatori dallo stadio e succede l’imponderabile. Alcune testimonianze riferiscono di un parapiglia crescente, anche dal punto di vista numerico, con al centro due calciatori rossoblù: Christian Chirieletti e Salvatore Sandomenico, quest’ultimo in posizione risultata defilata. I due, insieme ad alcuni familiari e amici, in un attimo finiscono al centro di un parapiglia che la polizia a fatica riesce a contenere. Il loro tentativo di rientrare in macchina si trasforma in qualcosa di diverso. Volano parole grosse, il gruppo diventa sempre più numeroso. Accorrono, attirati dalle grida, anche altri tifosi che stazionano davanti al bar. Il tira e molla dura parecchi minuti.

All’arrivo degli agenti, tuttavia, gli animi sono ancora surriscaldati. Dopo un primo contatto ce n’è anche un secondo. Si parla di contatto fisico, con spintoni e strattonamenti, qualche calcio andato a segno contro mezzi e persone. Oltre a una serie di insulti, offese e minacce. La ricostruzione della polizia ha portato all’emissione dei divieti di assistere a manifestazioni sportive. Chirieletti, dopo l’episodio, ha inviato il certificato medico e, con ogni probabilità, non sarà più impiegato da qui alla conclusione della stagione.

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