Vaccini a scuola, quattro bambini respinti a Sulmona

La dirigente scolastica li rimanda a casa e consiglia alle famiglie di mettersi in regola con le disposizioni di legge. La protesta dei genitori: "Provvedimento ingiusto". Immediata la replica. E A Teramo superlavoro negli ambulatori a causa dei ritardatari. GUARDA IL VIDEO

SULMONA. Quattro bambini non sono risultati in regola con i vaccini e la dirigente scolastica li ha rimandati a casa ordinando alle famiglie di mettersi in regola con le disposizioni di legge. È accaduto all'Istituto comprensivo "Serafini-Di Stefano" di Sulmona. «Si tratta di quattro differenti casi - spiega la dirigente Elvira Tonti - due in via di risoluzione perché provocati da una semplice dimenticanza che sarà risolta già da domani. Gli altri due invece per il rifiuto di vaccinare i figli».

I GENITORI. Un «provvedimento ingiusto di esclusione avvenuto in maniera molto discutibile, in quanto non mi è stata fatta alcuna comunicazione formale a casa. Non mi è arrivato niente. Mi è arrivata una telefonata sul cellulare questa mattina da una maestra che mi avvertiva di non andare. Ho consultato l'avvocato che mi ha consigliato di presentarmi. Una volta a scuola le maestre mi hanno confermato il provvedimento davanti ad altre mamme che accompagnavo i bambini e al personale scolastico, senza protezione della privacy». Questo il racconto di un genitore di uno dei quattro bimbi respinti alla materna di Sulmona per non essere in ordine con il piano di vaccinazioni. «A fine agosto - racconta ancora il genitore all'Ansa - ho fatto richiesta alla Asl tramite raccomandata con ricevuta di ritorno per l'appuntamento per la vaccinazione. Aspetto tuttora che la Asl mi convochi».

LA REPLICA. «Se qualcuno vuole la caccia alle streghe io non sono una strega ma sono una iena perché difendo la legge». È la dura reazione della dirigente dell'Istituto comprensivo Serafini-Di Stefano di Sulmona, Elvira Tonti, alla notizia che alcuni genitori di bambini non ammessi questa mattina a scuola intendono presentare ricorso contro il provvedimento per farli riammettere in classe. «Attaccarmi perché adempio al mio dovere rispettando norme di legge, non può diventare un caso - prosegue la dirigente - e io non posso purtroppo derogare alla norma. Non libero arbitrio, devo solo adempiere al mio dovere. I genitori possono scegliere scuole dove accettano gli alunni che non seguono la legge. Se vogliono possono farlo». Secondo la dirigente scolastica i genitori in questione, dopo aver spedito la raccomandata, non avrebbero fatto nulla per ottenere dalla Asl l'appuntamento previsto per il colloquio limitandosi a restare in attesa della ricevuta di ritorno della raccomandata inviata.

TERAMO. Superlavoro negli ambulatori del Servizio di igiene, epidemiologia e sanità pubblica della Asl di Teamo, per le vaccinazioni obbligatorie dei ragazzi fino a 16 anni, nel primo giorno di scuola dopo la scadenza dei termini previsti dal decreto Lorenzin. Nonostante il lavoro di comunicazione e assistenza organizzato dall'azienda sanitaria e delle 44 dirigenze scolastiche della provincia, molti genitori non hanno ottemperato all'obbligo e oggi hanno rischiato di vedere i propri figli respinti a scuola in assenza della certificazione di avvenuta vaccinazione. Com'era già successo nello scorso mese di settembre, i medici e il personale infermieristico nei centri vaccinali (di Casalena a Teramo, Roseto, Giulianova, Atri, Nereto, Silvi, Montorio e Tortoreto) hanno sostenuto turni pesanti per garantire il vaccino ai ritardatari. Non si è trattato comunque dell'assalto della scorsa estate, quando scattò l'obbligo di immunizzazione e buona parte dei circa 47mila giovani, di cui 16.500 da zero a sei anni, si presentò negli ambulatori per vaccinarsi, tuttavia si è trattato di un flusso sostenuto a cui è stato necessario far fronte con la dovuta professionalità.