«Via le antenne vicine a case e chiesa» 

Battaglia al Tar con due ricorsi sostenuti da 1.442 residenti: «Nessuna autorizzazione è stata rilasciata per il 5G»

L’AQUILA. Si avvicina il momento della verità sulla legittimità delle antenne per la telefonia posizionate a Pagliare di Sassa. Il Tar, infatti, sta per decidere su un ricorso presentato da un residente che chiedeva il ritiro dell’autorizzazione rilasciata dal Comune. Questo ricorso, inoltrato tramite l’avvocato Francesco Camerini è stato sostenuto, ad adiuvandum, da un altro presentato dall’avvocato Antonio D’Orazio del Foro di Chieti, sostenuto da Giulio Pace e Carlo Scarsella che, nella sostanza, rappresentano il Comitato che si avvale di 1.442 sostenitori che hanno presentato una petizione in Comune (poi protocollata ) con firme autenticate da due notai.
Nel corso dell’udienza sono stati evidenziati alcuni concetti. E’ stata esibita una recente nota Asl sull’autorizzazione. «Deve essere sottolineato», si legge nella nota, «come il servizio di igiene e epidemiologia e sanità pubblica abbia espresso il proprio parere solo per la pratica inerente la richiesta di installazione congiunta di una stazione radio base con tecnologia previgente a quella sperimentale 5 G. Risulta del tutto evidente che l’istruttoria a suotempo svolta non contemplava alcun tipo di sperimentazione».
«Il Comune dell’Aquila», hanno aggiunto i ricorrenti, «con una delibera impugnata, ha illegittimamente previsto la realizzazione del nuovo impianto a Pagliare di Sassa in violazione dell’articolo 4 del regolamento approvato con delibera consiliare del 2014 laddove prevede che nel piano delle localizzazioni non sono previste aree per installare torri o tralicci per nuovi impianti all’interno di aree sensibili di tipo B. E tra le aree sensibili rientra Pagliare di Sassa per la quale viene prescritta cautela dal momento che si caratterizza per una particolare densità abitativa costituita da Progetto Case, edifici privati, aree destinate all’infanzia, giardino paleontologico e la chiesa di San Pietro apostolo». L’area, dunque, è sotto il vincolo paesaggistico. Sul caso è stata aperta anche un’inchiesta penale ma il giudizio del Tar è forse più importante per le attese dei ricorrenti. Ieri, inoltre, molti consiglieri di maggioranza e minoranza, hanno chiesto un consiglio comunale su questo argomento visto che la posta in palio, secondo i residenti, è alta visto che si tratta della loro salute.
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