«Via quelle antenne che minacciano la nostra salute» 

Assemblea a Pagliare di Sassa, chiesta la rimozione Anche gli ambientalisti schierati dalla parte del comitato

L’AQUILA. «Se riusciamo a raccogliere anche solo 100 firme, quelle antenne le faremo togliere». È la speranza manifestata ieri sera, nel corso di un’affollata assemblea a Pagliare di Sassa, da Giulio Pace, uno dei promotori del comitato che si sta battendo per la rimozione di due grosse antenne per la telefonia mobile piazzate proprio davanti alla chiesa, al momento inagibile, di San Paolo Apostolo.
Centinaia di persone si sono ritrovate al richiamo del messaggio “no alle antenne” nella chiesa temporanea che, dopo il sisma, ha sostituito la chiesa madre. Le due enormi antenne posizionate sulla destra della strada salendo, devono servire il comprensorio del Progetto Case di Pagliare. Ma nel corso dell’affollata assemblea si è anche parlato dei rischi connessi alla presenza di tante, troppe antenne intorno alle case. «Siamo immersi nelle onde elettromagnetiche», ha detto Maria Fioravanti nel corso dell’assemblea. «La salute è un nostro diritto, che lo Stato deve tutelare», ha spiegato. Il problema dell’antenna è esploso in estate, quando i cittadini hanno osservato con un sgomento un grosso movimento in un’area davanti alla chiesa. A sollevare il problema una famiglia di Pagliare, preoccupata per quelle grandi antenne che svettavano sulla collina. I residenti facevano notare come le antenne deturpavano la chiesa di San Pietro Apostolo, risalente all’XI secolo, e la visione del borgo medievale del XII secolo. «Si risolverà mettendoci delle piante, era stata la risposta della Soprintendenza». Risposta che ha scatenato la reazione dei cittadini. «Come possono non esserci problemi di compatibilità ambientale con un ripetitore alto 35 metri?», è la domanda che i residenti hanno posto di nuovo ieri sera. Nei giorni scorsi sulla vicenda erano intervenuti anche Italia Nostra, l’Archeoclub e il Wwf. A impensierire ulteriormente i residenti è però la questione legata alla salute delle persone che abitano nella zona. A quanto risulta ai cittadini, infatti, le emissioni delle antenne rispetterebbero seppur di poco le norme di legge. Ma questo, evidenziano i residenti, non tranquillizza affatto. «Potrebbero esserci errori», dicono, «incidenti, piccole variazioni, e soprattutto con emissioni continue verso persone residenti che potrebbero sostare nel campo elettromagnetico per molto più tempo rispetto alle previsioni della normativa». La stazione radio base (Srb) di telefonia mobile di Pagliare di Sassa era stata installata dopo il sisma del 2009 con l’urgenza dettata dall’emergenza a servizio del vicino Progetto Case. Si trattava, infatti, di un impianto che i cittadini credevano provvisorio (si parlava inizialmente di soli 6 mesi), e che proprio per questo inizialmente era montato su una struttura mobile. Ma, nel corso degli anni, l’antenna per la telefonia ha visto continue aggiunte e sempre più gestori, fino ad arrivare al grande traliccio montato in estate e che ora spaventa i residenti.
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