Violenza sulle donne Poesia e arte contro una piaga mondiale

A Palazzo Fibbioni le opere-denuncia delle artiste aquilane Alle 18 apre la sede provvisoria della Casa delle donne

L’AQUILA. L’ultimo caso in ordine di tempo di una donna coraggiosa molestata per anni che denuncia il suo maltrattatore, ex marito e padre di suo figlio, risale alla fine di settembre, e riguarda la storia di una donna che si è ritrovato l’uomo diventato il suo stalker a vivere a pochi passi da casa sua, in uno dei quartieri del Progetto Case dell’Aquila, dove gli era stato assegnato un alloggio all’uscita dal carcere (per altri reati). Si è armata ancora di coraggio e ha denunciato di nuovo. L’uomo, alla fine, è stato allontanato. Nella mente e sul corpo di quella donna, però, resteranno i segni delle violenze.

Per casi come questi e tanti altri di persecuzioni, soprusi, maltrattamenti, esiste la giornata internazionale contro la violenza alle donne, voluta dall’Onu il 25 novembre di ogni anno in ricordo di un brutale assassinio avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi della dittatura. Tre sorelle furono torturate e strangolate. Tutto il mondo, oggi, si attiva con iniziative, perché il fenomeno dev’essere ancora sconfitto. Anche il Comune dell’Aquila si attiva con un’installazione dell’artista Lea Contestabile che da questa mattina è posta sui balconi della sede comunale a Palazzo Fibbioni, raffigurante i simboli della violenza di genere: casette e scarpette rosse come il sangue, uccelli ed elementi della natura a simboleggiare la libertà. Accanto all’installazione anche un pannello con le parole della poetessa aquilana Anna Maria Giancarli, messaggio di denuncia e insieme di speranza che comincia così: «A giorni alterni il bollettino delle morti/donne nelle stanze della violenza mostrano bocche cucite dall’angelo della verità». L’iniziativa è stata illustrata ieri dalle assessore alle Pari opportunità Emanuela Iorio, al Sociale Emanuela Di Giovambattista e alla Cultura Betty Leone e dalla Giancarli. Non sempre le cose sono cambiate dal 25 novembre del 1999, nei Paesi occidentali come in quelli definiti «in via di sviluppo». Anche a casa nostra episodi di violenza contro le donne restano nascosti dentro le pareti domestiche, come è emerso con l’iniziativa del camper delle donne promossa dalla questura un paio di anni fa. Girando L’Aquila e il suo comprensorio, il personale specializzato fece emergere decine di casi sommersi di violenze e produsse denunce per reati a esse legati. Che la violenza contro le donne sia un fatto culturale ormai è assodato. Proprio per questo c’è ancora molto da fare. Un lavoro fondamentale è quello svolto all’Aquila dalla Casa delle donne e dal Centro antiviolenza, che oggi torna ad aprire la sua sede. Appuntamento alle 18 in via Angelo Colagrande 3A/3B. Anche oggi prosegue l’attività di sportello per consulenze e aiuti: 340-0905655.

Drammatici, infine, i dati Istat a giugno 2015: 6 milioni 788mila donne in Italia hanno subìto una violenza. Per l’Onu il 35% delle donne nel mondo ha subìto una violenza dal partner o da un’altra persona.

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