«Abbracci, ma non abusi» Bidello respinge le accuse

Alanno, la difesa dell’uomo arrestato per molestie ad alcuni studenti del convitto Il legale chiede di ascoltare anche altri ragazzi: solo atteggiamenti confidenziali

PESCARA. Ha negato tutto il bidello del convitto dell’Agrario di Alanno, arrestato con l’accusa di abusi sessuali su alcuni dei ragazzi ospiti del convitto della scuola.
Assistito dall’avvocato Uberto Di Pillo, l’uomo finito agli arresti in casa, dove abita con la moglie e le figlie adolescenti, ieri mattina ha risposto alle domande del gip Nicola Colantonio che ne aveva disposto l’arresto per violenza sessuale. E ha dato la sua versione dei fatti.
Ha ammesso di aver avuto atteggiamenti confidenziali e reciproci con alcuni ragazzi, puntualizzando però che non sono mai sfociati in molestie sessuali. Rapporti di disponibilità, affetto, e comprensione verso gli alunni tra cui anche alcuni che avrebbero frequentato la sua casa in quanto amici della figlia. E proprio alla figlia sarebbe riconducibile, ha sostenuto, la messaggistica tra la sua utenza e quella di un alunno della scuola dove l’accusa (pm Rosangela Di Stefano) aveva evidenziato cuoricini e scambi confidenziali. Scambi, ha ripetuto il bidello, non tra lui e qualche alunno minorenne, ma tra quest’ultimo e sua figlia loro coetanea.
Ad accusarlo è un ragazzo che l’ha denunciato riferendo di essere stato molestato la notte del 6 febbraio quando l’uomo l’avrebbe accarezzato tentando di baciarlo. Episodio, sempre secondo il ragazzo, seguito di lì a pochi giorni da un altro approccio avvenuto nelle prime ore della sera quando lo studente gli fece richiesta di alcuni materiali. E poi ci sono gli episodi ripresi dalle telecamere e che riguardano altri due ragazzi con cui, secondo gli inquirenti, il bidello avrebbe avuto approcci molesti. Atteggiamenti che l’uomo ieri mattina ha giustificato dicendo che non erano lascivi o molesti, ma al massimo potevano risultare fastidiosi da chi non gradiva di essere abbracciato. Ma mai e poi mai, ha ribadito il bidello, si è trattato di una molestia o di una coercizione contro la volontà del ragazzo. Oltretutto, ha rimarcato l’uomo, le sue funzioni all’interno del convitto, dove doveva vigilare sui beni materiali e non sui ragazzi affidati ai convittori, avrebbe ridotto all’osso le occasioni di rimanere solo con i ragazzi su cui comunque, per ruolo e contratto, non aveva alcun potere, tantomeno di coercizione. «I suoi atteggiamenti possono anche sembrare equivoci», ha sottolineato l’avvocato, «ma non c’è nulla di male nell’abbracciare e baciare i ragazzi in partenza per le vacanze di Pasqua, come ha fatto di recente». Il legale presenterà una memoria difensiva in cui chiederà alla Procura di estendere le indagini anche alle testimonianze degli altri ragazzi. (s.d.l.)