Abruzzo, il Montepulciano si salva dal clima pazzo  

Consorzio di tutela: l’andamento meteo non mette a rischio i rossi. Produzione in calo per i bianchi

PESCARA . Le “anomalie” climatiche del 2019, a patto che il mese di settembre non riservi sorprese, non metteranno a rischio la produzione del Montepulciano d’Abruzzo doc. Anzi, per i “rossi”, in generale, si può ipotizzare un’annata molto interessante, con diverse punte di eccellenza. Complessivamente, secondo Valentino Di Campli (nella foto in basso), presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, «sarà una buona annata per i vini doc abruzzesi: traguardo non scontato con i mutamenti climatici in agguato in ogni vendemmia con continui e repentini sbalzi di temperature. Semmai di vino se ne produrrà di meno, ma le previsioni sulla qualità sono molto incoraggianti. È molto fiducioso» .

La diminuzione, in termini quantitativi, dovrebbe riguardare soprattutto i bianchi. L’andamento climatico si è distinto per un inverno freddo, con precipitazioni abbondanti su tutta la regione e nevicate, e una primavera con basse temperature e molto piovosa, che ha determinato un buon germogliamento, ma un rallentamento dello sviluppo vegetativo. Si è poi registrato in estate un aumento delle temperature con giornate soleggiate e molto calde.

«Questa condizione metereologica», sottolinea il presidente di Assoenologi Nicola Dragani, «ha portato a un buon decorso vegetativo anche da un punto di vista sanitario grazie a un oculato controllo degli attacchi parassitari, alle alte temperature, e un’anticipazione della maturazione delle uve rispetto alla norma, condizioni ideali che fanno presupporre un’annata dall’ottima qualità». Dopo l’avvio della vendemmia per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot grigio), ora è il momento delle altre uve bianche (Trebbiano, Malvasia, Passerina e Pecorino). Per le varietà a bacca rossa, principalmente Montepulciano, si prevede che la raccolta avverrà a partire dall’ultima settimana di settembre fino alla fine di ottobre. La quantità si stima inferiore dell’11% circa rispetto alla vendemmia precedente (la media nazionale è -16%), tanto che a tutt’oggi si prevede una produzione complessiva di intorno a 3,1 milioni di ettolitri, contro i 3,4 milioni di ettolitri della scorsa campagna.

«I vitigni bianchi», dichiara Di Campli, «sono quelli che hanno sofferto di più con cali di produzione ancora più importanti per le varietà precoci, come chardonnay e pinot grigio (- 30%) così come il pecorino, che si sta vendemmiando in questi giorni. Sul fronte dei vini rossi, il Montepulciano d’Abruzzo doc dovrebbe attestarsi sui numeri delle ultime annate. In discesa le quantità dei vini non denominati, rossi e bianchi, che dovrebbero diminuire del 15-20%».

La produzione di vini a denominazione di origine è superiore al 1 milione di ettolitri. Oltre il 70% dei vini è venduto sui mercati esteri (per un export nel 2018 di 182 milioni di euro). «Questo», conclude Di Campli, «la dice lunga sull’importanza del settore per l’agricoltura regionale».