Acqua, domani torna l'emergenza

Sigilli ai pozzi sospetti, 400 mila utenti con i rubinetti a secco. L'Aca annuncia: verranno a mancare 160 litri al secondo  

PESCARA. L'emergenza idrica è di nuovo alle porte. Alle 12 di domani l'Aca chiuderà il primo pozzo di Colle Sant'Angelo, a Castiglione a Casauria, come richiesto dall'Ato in seguito alla decisione del commissario di Bacino Adriano Goio, che a luglio ha firmato l'ordinanza di chiusura dei pozzi contaminati da tetracloruro di carbonio e altri inquinanti. Nel pomeriggio sarà chiuso anche il secondo pozzo, e così all'acquedotto Giardino verranno a mancare 160 litri di acqua al secondo.
Già da domani sera dunque l'effetto della riduzione dell'acqua immessa nell'acquedotto Giardino si farà sentire. E dopo l'intero mese di agosto trascorso con i rubinetti a secco, le famiglie di Pescara e di Chieti - insieme a parrucchieri, titolari di bar, ristoranti e lavanderie - torneranno a fare i conti con la mancanza di acqua. Tra l'altro martedì è in programma all'Aquila pure la conferenza di servizi indetta dall'assessore regionale al ciclo idrico Mimmo Srour per studiare con tutti gli enti interessati (commissario di Bacino, Ato, Aca e Comune di Bussi) la strategia per porre fine all'emergenza idrica.


IL PIANO DI EMERGENZA.
L'azienda acquedottistica Aca, che gestisce gli acquedotti Giardino e Tavo, ha già predisposto un piano per non far pesare completamente sulla città la chiusura dei pozzi di Castiglione. «Da lunedì a Pescara verranno erogati dai 60 agli 80 litri di acqua al secondo in meno; 30-40 litri al secondo in meno a Chieti», spiega l'ingegner Bartolomeo Di Giovanni, direttore generale dell'Aca. «In questo modo cercheremo di creare il minor disagio possibile alla popolazione, anche se la speranza di un minor consumo d'acqua a settembre sembra vanificato dal ritorno del caldo. Inoltre», sottolinea «le sorgenti continuano a scendere e abbiamo chiesto all'acquedotto del Ruzzo di aumentarci la fornitura». L'ente d'Ambito Pescarese (Ato 4) sta acquistando dal Ruzzo quasi 100 litri di acqua al secondo che vengono destinati a Montesilvano, servita dall'acquedotto del Tavo che attualmente ha una portata di 250 litri al secondo. In molti paesi della Val Tavo il razionamento dell'acqua è iniziato a primavera. «Abbiamo chiesto al Ruzzo di portarci la fornitura a 180 litri al secondo», conclude Di Giovanni.


AUMENTI IN VISTA.
Ma l'emergenza idrica dell'estate 2007 rischia di avere ripercussioni anche sulle tasche delle famiglie che risiedono nei 64 Comuni serviti dall'Ato. A causa dei milioni di litri di acqua non venduta e alle spese per quella acquistata dal Ruzzo, il bilancio dell'ente presieduto dall'onorevole Giorgio D'Ambrosio tornerà in rosso dopo un 2006 chiuso in pareggio. Qualcuno nell'Aca ha già suggerito la necessità di riaumentare la tariffa dell'acqua, oggi venduta a 1,03 euro a metro cubo.

LE PROPOSTE DELL'ACA. Il presidente dell'Aca Bruno Catena - che accusa il commissario Goio e il Wwf di aver causato l'emergenza senza reali motivazioni - dopodomani si presenterà alla conferenza dei servizi con una proposta. «Siamo stati condizionati da analisi errate, che il Wwf non ha mai voluto sottoporre a verifica. L'Arta ha confermato che le falde acquifere di Castiglione non sono inquinate dalla mega discarica di Bussi, e che con l'uso dei filtri captiamo un'acqua potabilissima, tanto che le tracce di tetracloruro sono inferiori a quelle dei nuovi pozzi. A Srour proporremo di proseguire la realizzazione del campo pozzi di San Nicola, a Bussi, come da progetto del 1990 bloccato dal Comune. Da lì si potranno avere mille litri d'acqua al secondo, mentre i pozzi realizzati dal commissario in un parcheggio dovranno essere messi in sicurezza e utilizzati solo per l'emergenza».