Un tratto di Fosso Vallelunga dove si può notare come la pulizia si sia interrotta a un certo punto

PESCARA

Acque inquinate, Alessandrini indagato 

Nel mirino del pm un canale pluviale che sfocia a Fosso Vallelunga. Il sindaco, che sarà interrogato nei prossimi giorni, si difende: "Le analisi Arta ci danno ragione"

PESCARA. Fosso Vallelunga finisce al centro di un'inchiesta della Procura pescarese e tira in ballo il sindaco Marco Alessandrini. Il pubblico ministero, Paolo Pompa, titolare del fascicolo, ipotizza a carico del primo cittadino il reato di inquinamento delle acque. Un'accusa, naturalmente, tutta da provare e da dimostrare.

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Nei prossimi giorni Alessandrini, assistito dal suo legale di fiducia, l'avvocato Vincenzo Di Girolamo, dovrebbe essere interrogato dal magistrato che conduce le indagini e avere modo di chiarire la vicenda, probabilmente anche attraverso specifica e dettagliata documentazione.
Sotto la lente d'ingrandimento del pm Pompa sarebbe finito un fosso destinato a raccogliere acque piovane, che sfocia a Fosso Vallelunga, dove in un’occasione la centralina dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente (Arta) avrebbe registrato dei valori inquinanti.
A innescare l'inchiesta potrebbe essere stato un esposto, visto che notoriamente la storia di Fosso Vallelunga è piuttosto travagliata.
Ormai, infatti, non si contano più le denunce da parte di residenti, ambientalisti e di Armando Foschi, esponente dell’associazione Pescara Mi Piace. L'ultima risale a due mesi fa, quando Foschi, raccogliendo le segnalazioni di alcuni cittadini, lanciò l'allarme sulla presunta presenza di acqua rossastra sul lungomare sud, all’altezza di Fosso Vallelunga. Sullo strano colore assunto dall’acqua, l'Arta non si è mai pronunciata ufficialmente, nel senso che non è mai arrivata alcuna comunicazione sui risultati degli esami eseguiti dai campioni prelevati dalle unità della Guardia costiera.
Da anni, poi, il tratto di litorale antistante Fosso Vallelunga è oggetto di continui e ripetuti divieti temporanei di balneazione, che vengono revocati quando le analisi di monitoraggio delle acque rilevano dati conformi alla legge in materia di tutela della salute pubblica.
L'ultimo divieto di fare il bagno risale al 13 giugno scorso, provvedimento revocato poi dopo due giorni a seguito delle analisi dell’Arta che hanno certificato la scomparsa dell’inquinamento.
Peraltro, il fosso Vallelunga è stato ripulito esattamente a metà, come dimostra l’immagine che pubblichiamo a fianco. Le erbacce sono state rimosse fino a un certo punto, poi la vegetazione riprende improvvisamente il sopravvento. Nulla a che fare con l’inchiesta aperta dalla procura, ma l’ennesima dimostrazione di un “calvario” di quell’area che non conosce fine.
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