Addio a Giacomo Cascella voce storica del Comune 

Aveva 92 anni. È stato centralinista del municipio per quasi mezzo secolo La figlia: comunista convinto, ha guidato il Circolo 12 dicembre in via Scarfoglio

PESCARA. Quando andò in pensione dissero di lui che era stata “la voce del Comune”. Per quasi mezzo secolo, 47 anni per la precisione, ha risposto al centralino di Palazzo di città, dopo aver inizialmente lavorato all’Ufficio tributi, sempre in municipio. Ma Giacomo Cascella, morto l’altra notte nella sua abitazione di via Scarfoglio a 92 anni, era anche molto altro. Lo ricorda la figlia Luisa, anche lei dipendente comunale, che lo ha accudito con affetto fino all’ultimo. «È sempre stato un militante della sinistra, inizialmente con il Partito socialista italiano e poi con il Partito comunista», sposando le battaglie di questa parte politica, ed «è sempre stato iscritto alla Cgil», racconta. In via Scarfoglio aveva creato il Circolo 12 dicembre, di cui è stato presidente, e non ha mai abbandonato il suo credo politico, anzi si è sempre contraddistinto per alcune “lotte”. La coerenza è stata la sua caratteristica principale, non l’ha mai abbandonato. Ed è questo che ripete la figlia Luisa dall’abitazione di via Scarfoglio dove ieri pomeriggio si sono riuniti gli amici di una vita di Giacomo Cascella, per una cerimonia di commemorazione. Niente funerale, come aveva chiesto espressamente il 92enne, che già qualche anno fa aveva espresso le sue volontà su come andava organizzato il momento del distacco (disponendo che venisse cremato) e aveva dato indicazioni precise che ora la figlia sta seguendo. «Era ateo, non entrava in chiesa e ha mantenuto questa linea anche il giorno del mio matrimonio, quando sono stata accompagnata all’altare da mio zio Umberto», racconta sempre Luisa.
Cascella, che aveva perso la vista e per questo era stato destinato dal Comune al ruolo di centralinista, faceva parte di una famiglia che ha saputo distinguersi, a Pescara. Uno dei fratelli, Umberto, è stato un commerciante affermato, il cui negozio in corso Umberto ha chiuso i battenti nel 2013 mentre quello a Porto Cervo è stato chiuso l’anno scorso, dopo la sua morte, e dove di recente gli è stata intitolata una strada, essendo stato un vero e proprio personaggio. L’altro fratello, Enea, è stato il barbiere storico di Porta Nuova e anche lui non c’è più.
Ricordando il padre e salutandolo per sempre, la figlia Luisa vuole «rendergli omaggio» e lo fa parlando della sua «determinazione», della sua coerenza, che oggi merita «un inno».
Su Facebook la notizia della scomparsa di Cascella è stata diffusa dall’amico di sempre Checco Mancini. Parla di Giacomo Cascella come del «protagonista e testimone di anni in cui Pescara era considerata in Italia e nel mondo un laboratorio politico, e poi animatore instancabile di iniziative politiche e culturali. Una persona specchiatissima e un vero signore», ha aggiunto Mancini unendosi al cordoglio della famiglia.
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