L'hotel California, in viale Primo Vere, dove è avvenuta la rapina (Foto Giampiero Lattanzio)

PESCARA

Albergatore picchiato, legato e derubato 

Finisce in ospedale il proprietario dell’hotel California aggredito da due banditi con un cacciavite. Bottino 5mila euro

PESCARA. Rapinato nel cuore della notte mentre era nel suo hotel. Il titolare dell’hotel California, in viale Primo Vere, è stato colto di sorpresa mentre dormiva nella struttura alberghiera e poi picchiato, minacciato e derubato. Un vero e proprio agguato messo a segno da due uomini che sono riusciti ad ottenere ciò che volevano: i soldi. Sono fuggiti dalla zona sud di Pescara con un bottino di alcune migliaia di euro, circa 5.000, dopo aver aggredito brutalmente la vittima e averla legata e immobilizzata in ufficio, per evitare che lanciasse l’allarme alle forze dell’ordine.
Quando i due rapinatori sono entrati nella struttura il titolare, un 78enne, si era appisolato nella hall. Lo hanno svegliato di soprassalto e minacciato. Avevano un cacciavite e volevano il denaro, l’incasso. Per raggiungere l’obiettivo hanno picchiato l’albergatore in malo modo, colpendolo al volto e sul corpo. L’uomo è stato costretto a consegnare ai due il denaro che aveva messo da parte, aprendo la cassaforte e consegnando loro il contenuto. Sapendo che le forze dell’ordine avrebbero potuto rintracciarli durante la fuga, i due hanno immobilizzato il 78enne ricorrendo a una corda e lo hanno chiuso in ufficio, prima di abbandonare l’hotel che si trova a pochi passi dal mare, in una zona molto trafficata.
È stato lui stesso a chiedere aiuto, dopo essere riuscito a liberarsi. Si è rivolto alla polizia e ha fatto intervenire una pattuglia, a cui ha ricostruito l’accaduto. Per lui è stato indispensabile il ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso, avendo riportato la frattura del setto nasale e delle costole. Per lui i controlli in ospedale sono andati avanti per buona parte della giornata e nelle prossime ore dovrà ricostruire con maggiore precisione la rapina subita, per aiutare gli investigatori a risalire alla coppia di banditi. E dovrà indicare tutto ciò è riuscito a registrare nei minuti in cui è stato a contatto con la coppia, dall’accento dei due ad eventuali segni particolari.
Episodi simili si sono già verificati nei mesi scorsi a Pescara, con modalità simili. A febbraio due rapine violente si sono consumate nel giro di pochi giorni tra una traversa di via Di Sotto e via Aterno. In via Crisologo una banda di quattro persone si è intrufolata attorno alle 8 in casa Canta, una famiglia molto conosciuta in città. Nell’abitazione c’erano Lucia Cieri e il figlio Mauro Canta che è stato minacciato con il cacciavite e costretto ad aprire la cassaforte per consegnare a quattro banditi denaro contante e oggetti di valore. Durante la fuga due di loro sono stati bloccati dalla polizia così come è stata fermata una donna di Ortona responsabile della rapina a un commerciante di via Aterno, pochi giorni dopo l’assalto a casa Canta.
Il negoziante, un ottantenne, ha ricevuto la visita di tre malviventi nella sua attività, un generi alimentari aperto fino a tardi. Dopo le 20 lo hanno immobilizzato e hanno cercato di legarlo, per rubare i soldi in cassa. L’anziano, chiuso dai rapinatori dietro una porta, è riuscito a far scattare l’allarme alla polizia rivolgendosi a una vicina di casa. E subito dopo una guardia giurata ha bloccato una dei tre mentre fuggivano con il bottino.

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