Alessandrini: ho cambiato la città ma il Pd ha deciso di escludermi 

Il primo cittadino traccia un bilancio dei suoi cinque anni di amministrazione tra successi e difficoltà E sulla mancata ricandidatura si sfoga: «Non ho capito perché il mio partito non mi abbia voluto» 

PESCARA. «Non ho ancora capito perché hanno deciso di escludermi. Ma sono contento di quello che ho fatto in questi cinque anni». Marco Alessandrini ha risposto così, ieri, al cronista che chiedeva un commento alla decisione del Pd di non ricandidarlo per un secondo mandato. Il sindaco ha convocato i giornalisti per tracciare un bilancio della sua attività nei cinque anni di governo della città e alla fine della conferenza stampa, cui hanno preso parte assessori e consiglieri di maggioranza, nonché i consiglieri regionali Giovanni Legnini e Antonio Blasioli e l’ex deputato Gianni Melilla, per rispondere a una domanda è stato costretto a tornare su un argomento doloroso, quello dell’estromissione da parte del suo stesso partito alla candidatura per le prossime elezioni comunali del 26 maggio. «Ho lavorato sempre per l’interesse pubblico come stella polare», ha detto non nascondendo un forte rammarico, «ma va bene così, per me questo è un servizio, non è la vita». Alessandrini non si candiderà nemmeno al consiglio («Uno che ha fatto il sindaco, non può fare il consigliere», ha affermato). Tornerà a fare l’avvocato, niente politica per il momento, ma solo un progetto da realizzare a Roma insieme ai parenti delle vittime del terrorismo.
RISANATI I CONTI. Alessandrini, durante la conferenza, ha fatto un lungo elenco di traguardi raggiunti, di opere realizzate e di interventi che hanno cambiato il volto della città. «Lasciamo un’eredità amministrativa che vogliamo descrivere, puntualizzare e rivendicare perché è grande», ha spiegato il sindaco, «soprattutto alla luce della campagna elettorale in corso che mi suscita sorriso per tutti i buoni propositi sciorinati anche da chi è stato già classe dirigente e ieri non ha fatto le cose che oggi si ripropone».
Alessandrini è partito dai conti per ricordare tutto il suo lavoro. «Il 10 giugno 2014, il giorno dopo il ballottaggio, nello studio del presidente del collegio dei revisori dei conti ho visto cose che voi umani non potete immaginare», ha ricordato citando la frase di un celebre del film. Il riferimento è ai conti in profondo rosso, lasciati dalla precedente amministrazione di centrodestra, che hanno costretto l’amministrazione a richiedere la procedura di predissesto per risanarli. «Quando ci siamo insediati», ha aggiunto, «abbiamo avuto necessità di trovare copertura per oltre 71 milioni di euro di debito. Oggi all’appello ci sono 3,4 milioni, questo significa che dopo in cinque anni Pescara ha 68 milioni di debito in meno». Un’altra giornata nera per il sindaco e la sua amministrazione è stata quella dello sgombero delle palazzine di via Lago di Borgiano. «Una giornata indimenticabile quel 5 luglio 2017», ha avvertito, «Abbiamo assicurato un alloggio ad oltre 200 persone sgomberate per il rischio di crollo degli edifici».
OPERE STRATEGICHE. La prima opera indicata dal sindaco è il ponte Flaiano. «Il 15 giugno del 2017 c’è stata l’inaugurazione», ha evidenziato, «un simbolo della città che amo, un simbolo dell’inclusione». Poi, ha ricordato le altre opere realizzate e in via di completamento: l’apertura della diga foranea, la riqualificazione delle due riviere, l’ex scuola Muzii dove verranno realizzati locali per il conservatorio, la manutenzione di strade e piazze, i 18 milioni ottenuti dal governo per le periferie. Nessun riferimento, invece, all’area di risulta che resta un’incompiuta perché l’amministrazione non è riuscita ad avviare il progetto di riqualificazione.
LOTTA ALL’INQUINAMENTO. «Per il fiume e il mare, ciò che abbiamo fatto noi nessuno si è mai sognato anche lontanamente di farlo», ha osservato, «abbiamo censito tutti gli scarichi abusivi, li abbiamo convogliati nel depuratore. Abbiamo avviato lavori per 12,5 milioni di euro per potenziare e quadruplicare la capacità del depuratore. Ora ci sono altri 31 milioni per realizzare le vasche di laminazione».
Poi, sulla vicenda dell’ordinanza fantasma del divieto di balneazione, risalente all’agosto 2015, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se quell’episodio avesse rappresentato un elemento di rottura con i cittadini, Alessandrini ha detto che «quella questione fu oggetto di una strumentalizzazione feroce, ma l’esito processuale è stato chiarissimo e mi sento tranquillo con la mia coscienza».
SALUTO ALLA CITTÀ. «Finisce qui la mia esperienza amministrativa», ha concluso Alessandrini, «ma mai sarò un cittadino indifferente. Ci sono molte persone che si candidano, spero che non si incorra nel vizio molto diffuso delle amnesie».
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